Domani è il gran giorno dell’IPO di Instacart in Borsa a Wall Street: le azioni della società attiva nella consegna di generi alimentari nella giornata di martedì 18 settembre inizieranno le negoziazioni con ticker "CART". In un documento depositato venerdì, la società ha fissato il prezzo delle azioni nel range 28-30 dollari, in rialzo rispetto ai 26-28 dollari iniziali, pari ad una valutazione complessiva di 9,6 miliardi di dollari.
Dopo l’ottima accoglienza riservata al progettista di chip Arm Holdings (ARM: azioni fanno il 25% all'esordio al Nasdaq, ecco la prossima sfida) e nello stesso giorno in cui a Wall Street arriva Klaviyo (IPO Klaviyo: la società aumenta la fascia di prezzo delle azioni), c’è grande attesa su come verranno accolte le azioni CART.
"La buona accoglienza riservata ad Arm è una condizione necessaria ma non sufficiente perché le aziende sostenute da VC (Venture Capital, ndr) arrivino sul mercato", ha dichiarato Eric Liaw, general partner del gruppo VC IVP.
Instacart, cosa fa e come funziona
Fondata nel 2012 da Apoorva Mehta, Instacart è un'azienda statunitense che fornisce un servizio di consegna di generi alimentari a domicilio. Con una presenza in oltre 14 mila città degli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Australia e Germania, Instacart permette di ricevere la spesa a casa.
Per utilizzare Instacart, gli utenti devono scaricare l'app o visitare il sito web dell'azienda, dove, una volta creato un account, è possibile scegliere i prodotti che si desidera acquistare da un elenco di oltre 700.000 articoli disponibili in oltre 70.000 negozi. Completato l'ordine, Instacart invia un "collaboratore" al negozio per ritirare i prodotti. Il collaboratore consegna quindi i prodotti all'indirizzo indicato dall'utente.
Andamento dei conti
Il fatturato 2022 si è attestato a 2,55 miliardi di dollari, +39% rispetto a un anno fa. Le commissioni pagate dai rivenditori e dai clienti, anche per il programma di abbonamento premium Instacart+, hanno costituito quasi i tre quarti delle entrate. Il resto proviene da Instacart Ads, un nuovo servizio sviluppato dall’Amministratore delegato Fidji Simo, un ex dirigente di Meta Platforms.
"L'attività pubblicitaria ha appena iniziato a crescere e resta da vedere quanto bene farà", ha detto il professore di management della Wharton David Hsu, secondo cui Instacart rappresenta "un'operazione ambiziosa con molte incertezze".
Dopo le perdite registrate nel 2020 e nel 2021, l’anno scorso l’ultima riga di conto economico è risultata positiva per 428 milioni di dollari (oltre tre quarti dei profitti sono arrivati da quello che è stato descritto come un beneficio fiscale). Nel primo semestre la società ha registrato un utile netto di 242 milioni di dollari, contro i -74 milioni di un anno fa mentre il giro d’affari è cresciuto del 31% annuo a 1,5 miliardi di dollari.
La valutazione di Instacart è giusta?
I 9,6 miliardi di valutazione segnano un deciso ridimensionamento rispetto ai 24 miliardi di auto-valutazione del marzo 2022 ed ai 39 miliardi emersi da un round di venture capital un anno prima (quando la pandemia aveva fatto volare le quotazioni delle società che offrivano questo tipo di servizi). La vera capitalizzazione che il mercato assegnerà ad Instacart rappresenterà una proxy dell’attuale valutazione della cosiddetta “gig economy”.
L’attuale richiesta della società si attesta a 3,64-3,9 dollari per ogni dollaro di vendite: per fare un confronto è possibile andare a vedere la valutazione di DoorDash (che gestisce una piattaforma di ordinazione e consegna di cibo online) che presenta un rapporto tra prezzo e vendite future di 4,2 volte (il dato relativo Uber, ma qui ci allontaniamo un po’, è pari a 2,8 volte, quello di Lyft si attesta a 1 volta le vendite).
“Direi che si tratta di una valutazione equa”, ha detto Matthew Tuttle, Ceo della società di consulenza Tuttle Capital Management. Secondo l’esperto Instacart potrebbe finire per capitalizzare l'aumento dei furti nei negozi fisici e la possibilità che in futuro siano varate nuove misure di contenimento a scopo sanitario.
Kyle Stanford, analista capo della società di dati del mercato privato PitchBook, ritiene che “Instacart potrebbe rappresentare un buon indicatore di ciò che gli investitori stanno cercando. [...] Se il risultato sarà negativo, chiuderà la porta alle aziende sostenute da VC. Se andrà bene, un altro paio di società potrebbero decidere di quotarsi".