La prossima settimana si aprirà con un appuntamento molto importante sul fronte delle trimestrali: il conglomerato finanziario giapponese SoftBank alzerà il velo sui conti. Saranno molti gli aspetti su cui investitori e analisti punteranno i riflettori. A partire dalle partecipazioni della holding e al ritorno dalle attività fino alle indicazioni sui nuovi investimenti.
La società è tornata all'utile nell'ultimo quarto dopo diversi trimestri in perdita, ma, per il periodo gennaio-marzo, le aspettative sono di un nuovo passivo di 72 miliardi di yen, pari a 462,7 milioni di dollari. Le attenzioni saranno rivolte anche alla guidance, per vedere quanto il management adotterà una approccio cauto, come ha dichiarato, pur volendo puntare sulla crescita.
SoftBank: la partecipazione di Arm Holdings un'arma a doppio taglio
Le partecipazioni di SoftBank sono croce e delizia per il colosso con sede a Tokyo. Una cruciale è sicuramente Arm Holdings, il progettista di chip britannico di cui Softbank detiene il 90%. Le azioni di Arm hanno in pratica raddoppiato il loro valore da quando sono sbarcate a Wall Street a settembre dello scorso anno, con gli investitori entusiasmati dagli sviluppi dell'intelligenza artificiale. Il valore di Arm può essere prezioso perché sulla base di questo SoftBank potrebbe negoziare prestiti per grandi investimenti, combinandoli con la liquidità disponibile e le obbligazioni emesse a marzo. Al riguardo, i nuovi investimenti sono stati esigui nel trimestre precedente, quindi l'annuncio di una grande acquisizione potrebbe essere, secondo gli analisti, plausibile.
Tuttavia, la reazione del mercato sarebbe incerta, perché la presenza importante di Arm nel portafoglio di SoftBank rappresenta un rischio rilevante se qualcosa dovesse andare storto. Nell'ultima trimestrale l'azienda britannica ha lasciato gli operatori con l'amaro in bocca non per i risultati, che si sono mostrati molto robusti, ma per le prospettive sottotono che fanno pensare a un beneficio dall'intelligenza artificiale non così grande. Oggi le azioni Arm sono scambiate a multipli molto più elevati di quelli di società concorrenti del calibro di Nvidia, mentre il fair value definito da Morningstar si attesta a 57 dollari, ossia circa la metà del prezzo di mercato attuale. Questo significa che un sell-off sul titolo compromette la capacità di raccolta fondi del gigante giapponese.
Riguardo alle altre partecipazioni di SoftBank, ci sono state luci e ombre nei primi tre mesi dell'anno. La società e-commerce coreana Coupang, ad esempio, è cresciuta quasi del 10% a Wall Street, così come la società americana di consegna cibo online DoorDash, le cui azioni sono avanzate del 39%. L'azienda singaporiana di ride-hailing Grab Holdings, invece, è scivolata di quasi il 7% nello stesso periodo.
Un occhio di riguardo gli osservatori di mercato lo avranno per quanto trapelerà in merito alle possibili IPO delle società in portafoglio non ancora quotate. Il mercato delle offerte pubbliche è rimasto sottotono, quindi le prospettive di monetizzazione di SoftBank dalle startup tecnologiche trasmettono una certa incertezza negli analisti.