La maggior parte dei Paesi Ue ha respinto la proposta, arrivata ad inizio 2023, di costringere le Big Tech a contribuire ai costi per il lancio del 5G. A riportare l’indiscrezione è l’agenzia Reuters.
Arrivata dai grandi operatori del settore delle telecomunicazioni, l’idea di tassare le società del comparto tecnologico ha incontrato il voto contrario dei Ministri delle telecomunicazioni.
La notizia non sta impattando le azioni del settore, anzi: con l’Euro Stoxx 50 in sostanziale parità, l’Euro Stoxx 600 Telecomunicazioni avanza di quasi un punto percentuale a 201,25 punti (+0,96%).
Telecomunicazioni vs Big Tech: chi ha votato contro la proposta
Secondo le società del settore delle Tlc, costringere colossi del calibro Alphabet, Netflix, Meta e Amazon a partecipare alle spese rappresenta una misura di equità, visto che i sei maggiori produttori di contenuti sulla rete rappresentano oltre metà del traffico dati; dal canto loro, le Big Tech si oppongono richiamando presunte minacce alla neutralità della rete (il principio secondo cui i fornitori di servizi internet si impegnano a trattare il traffico online in maniera equa, senza discriminazioni, blocchi o limitazioni).
A gennaio avevamo parlato della volontà della Commissione Ue di tassare le società tecnologiche ( Tlc: la Commissione Ue vuole far pagare le Big Tech): le indiscrezioni che arrivano del meeting tenutosi giovedì scorso in Lussemburgo parlano di una contrarietà dei Ministri all’imposizione un canone di rete alle aziende tecnologiche.
In particolare, parere negativo sarebbe arrivato dai rappresentanti di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta e Paesi Bassi. A favore del provvedimento ci sarebbero, tra gli altri, Francia, Grecia, Italia e Spagna. La contrarietà è stata motivata dal fatto che manca un’analisi degli effetti di un prelievo sulla rete, non esiste (allo stato attuale) un deficit di investimenti mentre c’è il rischio concreto che le Big Tech scarichino i costi aggiuntivi sui consumatori.
Entro la fine del mese, il n.1 dell’industria Ue, Thierry Breton (già Chief executive di France Telecom), dovrebbe pubblicare una relazione con una sintesi delle posizioni espresse dai vari stakeholder.