A Wall Street gli investitori sono tornati a comprare nel mese di novembre, lasciandosi alle spalle un terzo trimestre contrassegnato da un sentiment negativo. Dopo l'ultima riunione della
Federal Reserve, il mercato non ha più indugiato sull'aspettativa che i tassi d'interesse si preparino alla discesa, confortato dal fatto che i dati macroeconomici supportano tale tesi.
L'inflazione si sta dirigendo a piccoli passi verso l'obiettivo della Fed e l'occupazione non sta crescendo più come qualche mese fa. Ciò induce a pensare che nei prossimi incontri della Banca centrale non ci saranno altre strette e quanto prima inizierà l'accomodamento monetario che tutti quanti attendono con trepidazione.
Sul mercato dei titoli di Stato, i Treasury Bond a 10 anni ora rendono il 4,4%, a fronte di un rendimento al massimo degli ultimi 16 anni del 5,02% toccato alla fine di ottobre. Contestualmente, l'ottimismo degli investitori è guidato anche dal fatto che gli utili trimestrali delle aziende dell'S&P 500 si siano mostrati resilienti e gli analisti abbiano in media alzato le prospettive per il quarto trimestre.
Wall Street: ecco perché il rally potrebbe non durare
Il rally attuale però non deve illudere, secondo alcuni grandi investitori. Le trappole possono nascondersi ovunque nei prossimi mesi.
Innanzitutto, l'economia statunitense potrebbe registrare una recessione, anche se probabilmente non sarà grave come temuto qualche tempo fa. Ad ogni modo, una contrazione economica ridurrebbe gli utili delle aziende mettendo sotto pressione le azioni in Borsa. Secondo Peter van Dooijeweert, responsabile di mercato presso l'unità Solutions di Man Group, "il mercato non eviterà il ciclo di inasprimento aggressivo della Fed senza che arrivino danni all'economia". Mentre, a giudizio di Mohamed El-Erian, consulente della società di servizi finanziari Allianz SE, "i mercati potrebbero essersi spinti troppo in là nell'anticipare i tagli dei tassi all'inizio del 2024 dai recenti dati che suggeriscono che l'inflazione al consumo sta diminuendo e il mercato del lavoro statunitense si sta indebolendo".
Un'altra grande incognita deriva dalla geopolitica. L'esito dei conflitti in Europa e in Medio Oriente è del tutto incerto, anche e soprattutto in prospettiva di come possono cambiare i rapporti di forza tra gli Stati e gli equilibri internazionali. Il prossimo anno decine di Paesi sono chiamati alle urne e l'esito delle consultazioni produrrà effetti a livello politico ed economico. In particolare, terranno banco le elezioni a Taiwan per via della questione dell'indipendenza dalla Cina, e le elezioni presidenziali statunitensi. "Con l'avvicinarsi del 2024, con le elezioni generali che saranno estremamente contestate, penso che vedremo più rischi", ha affermato Max Gokhman, responsabile della strategia di investimento MosaiQ di Franklin Templeton.
Infine, vi è la questione dell'intelligenza artificiale, che quest'anno è stata grande protagonista della cavalcata a Wall Street delle grandi aziende tecnologiche. Il punto è se realmente la nuova tecnologia migliorerà i risultati delle società in maniera sostenibile. Su questo van Dooijeweert ha qualche dubbio. "Il mercato potrebbe essere troppo ottimista su quanto del boom dell'intelligenza artificiale contribuirà davvero ai profitti dei Magnifici Sette (Apple, Alphabet, Meta Platforms, Microsoft, Nvidia, Amazon e Tesla)", ha affermato.