Il carattere difensivo delle azioni del settore sanitario potrebbe rappresentare una valida copertura per proteggere il portafoglio d'investimento da eventuali turbolenze nei prossimi mesi. I motivi per essere preoccupati non mancano: una recessione negli Stati Uniti è data per altamente probabile, visto che la crisi bancaria che sta via via allargandosi e l'economia che alla lunga potrebbe risentire dei continui rialzi dei tassi d'interesse attuati dalla
Federal Reserve da marzo dello scorso anno. Sullo sfondo la questione del tetto al debito statunitense, per il quale la politica non ha ancora trovato un accordo bipartisan per evitare il peggiore degli scenari. Queste concause potrebbero mettere fortemente sotto pressione i mercati azionari, per cui
gli investitori potrebbero aver bisogno di trovare riparo.
Azioni sanitarie: perché comprarle
Le azioni sanitarie possono rappresentare una soluzione, perché, dotate di una forte componente anaelastica, la domanda di farmaci non conosce crisi. Lo scorso anno i titoli del settore hanno sovraperformato il mercato, come dimostra la perdita di appena il 2,1% dell'ETF Health Care Select Sector SPDR (-19% per l'S&P 500).
Il 2022 però è stato un anno particolare. L'inflazione ha raggiunto l'apice degli ultimi 40 anni costringendo la Fed a strette aggressive sui tassi; la crisi energetica, aggravata dalla guerra Russia-Ucraina, ha messo in difficoltà le aziende e il ritorno del Covid-19 in Cina ha spinto le autorità di Pechino a bloccare le attività economiche.
Quest'anno le cose stanno andando diversamente, perché l'inflazione è rallentata, la Fed potrebbe aver terminato il ciclo di rialzi del costo del denaro e in Cina l'economia ha ripreso la sua corsa. Giocoforza, le azioni sanitarie hanno rallentato bruscamente, mentre il principale indice americano è salito di oltre l'8%.
Ora il settore della sanità è scambiato a Wall Street con uno sconto del 5% rispetto all'S&P 500, il che lo rende particolarmente interessante dal momento che storicamente viene negoziato in media con un premio dell'11%. Questo sarebbe un motivo in più per puntare sulle azioni del comparto, alla luce delle turbolenze che potrebbero arrivare sul mercato.
Azioni sanitarie: ecco dove investire
Ma su quali titoli concentrare l'attenzione? Kevin Walkush, gestore di portafoglio presso il fondo da 10,1 miliardi di dollari Jensen Quality Growth, indica due società in particolare.
La prima è la più grande società farmaceutica del mondo, Pfizer. Grazie al vaccino per il Covid-19, negli anni 2021 e 2022 i ricavi dell'azienda sono raddoppiati e il free cash flow è quasi triplicato. Questo fiume di denaro che è arrivato nelle casse aziendali non è stato utilizzato dalla big pharma per distribuire dividendi a pioggia o per avviare giganteschi piani di riacquisto di azioni proprie. Pfizer ha preferito realizzare una sfilza di acquisizioni per arricchire la pipeline di sviluppo dei farmaci. La mossa è stata dettata dalla necessità di colmare l'inevitabile calo delle entrate del vaccino Covid.
Tra l'altro, Walkush sottolinea come l'approccio che ha avuto Pfizer per il vaccino del Coronavirus prodotto in tempi record potrebbe essere replicato in futuro per sviluppare altri farmaci e vaccini. Tra le acquisizioni di Pfizer comunque spicca quella da 41 miliardi di dollari di Seagen, azienda specializzata nelle terapie antitumorali. L'esperto ritiene che l'operazione sia stata costosa, ma ha l'aspetto positivo dell'investimento sulla crescita nel lungo termine. Le azioni Pfizer scambiano relativamente a sconto, dal momento che il price/earnings a termine si aggira intorno a 11, in linea con la media degli ultimi 5 anni e al di sotto del multiplo di 18 dell'S&P 500.
La seconda società apprezzata da Walkush si riferisce a Stryker, leader dei dispositivi di sostituzione articolare, come le protesi all'anca e al ginocchio. Il gestore sottolinea come l'azienda si stia movendo rapidamente nel campo degli interventi chirurgici robotici per le sostituzioni articolari. Inoltre, vede nei mercati emergenti uno sbocco importante dell'azienda sul fronte delle procedure più complesse e nei Paesi sviluppati un vento favorevole derivante dall'invecchiamento della popolazione.