WeWork rischia il default. La società specializzata nel co-working sta esaurendo le sue riserve di liquidità a causa di contratti di locazione che hanno portato il debito a oltre 3 miliardi di dollari. Tra luglio 2020 e settembre 2022 vi è stato un flusso di cassa negativo di 4,3 miliardi di dollari, troppo per un'azienda che non è redditizia. Finora la società americana ha resistito grazie al supporto di Soft Bank, il suo più grande sostenitore, che ha conferito nell'azienda oltre 10 miliardi di dollari con prestiti e partecipazioni azionarie.
ll co-working ha registrato una forte battuta d'arresto a causa del calo della domanda dovuta ai timori di recessione e al taglio dei posti di lavoro nel settore tecnologico. L'andamento dell'economia è molto importante per un'azienda come WeWork, in quanto la domanda di postazioni di lavoro dipende proprio dal numero di dipendenti delle società: se le imprese licenziano i lavoratori, diminuisce il numero di coloro che chiedono gli spazi lavorativi in affitto. E quest'anno sarà ricordato come quello dei licenziamenti di massa da parte di big tech del calibro di Meta Platforms, Amazon, e Twitter.
Il problema di fondo è che le iscrizioni al co-working sono più facili da abbandonare per via dei contratti di locazione più brevi rispetto a quelli tradizionali. Ma WeWork paga una locazione fissa per un tempo più lungo, il che determina grosse perdite se le postazioni non vengono riempite.
WeWork: ulteriori prestiti in arrivo?
Secondo le previsioni della società, il 2022 dovrebbe chiudersi con una cassa di circa 300 milioni di dollari, meno di un terzo rispetto al saldo registrato alla fine dello scorso anno. WeWork quindi avrebbe bisogno presto di ulteriori prestiti ma, con in un contesto di tassi d'interesse in rialzo, si tratta di un'opzione sempre più onerosa. Nel contempo gli investitori non sono interessati, visto che al momento per l'azienda è difficile promettere ritorni futuri davvero interessanti.
L'Amministratore delegato Sandeep Mathrani ha affermato che la società riuscirà a superare il prossimo anno, con la chiusura di almeno 40 sedi statunitensi per conservare liquidità. Questa razionalizzazione però non risolve il problema per il futuro, dopo anni in cui l'azienda ha puntato molto sulla crescita.
WeWork: vanno comprate le azioni in Borsa?
Le azioni WeWork quest'anno a Wall Street hanno perso circa tre quarti del loro valore e questo mese l'agenzia di rating Fitch ha declassato alcune obbligazioni della società, già valutate a rating spazzatura. Secondo l'agenzia americana, le condizioni macroeconomiche del prossimo anno potrebbero aggravare una situazione già compromessa. Per questo, Fitch stima che nel 2024 la società con sede a New York potrebbe necessitare di nuovi fondi.
Non tutto però è negativo, perché alcuni elementi volgono a favore della società e quindi delle azioni in Borsa. Ad esempio, in un ambiente incerto come può essere quello attuale, le aziende sono meno disposte a impegnarsi in contratti di locazione degli uffici a lunga scadenza, quindi potrebbero optare per iscrizioni al co-working a breve termine.
Inoltre, secondo Alessandro Goldfarb, analista presso Piper Sandler & Co., la debolezza del mercato degli uffici darà maggiore potere contrattuale a WeWork rispetto ai proprietari degli immobili. Tra l'altro, sottolinea Goldfarb, l'azienda ha firmato con i proprietari degli affitti a lungo termine la garanzia di pagamento solo per alcuni anni, il che significa che potrebbe adottare una strategia di uscita nel caso le cose si mettessero male.