La strategia dell’alto dividendo rientra tra quelle che gli investitori apprezzano soprattutto quando devono estrarre una rendita periodica dal proprio capitale per finanziare il tenore di vita quotidiano. Ma questa strategia ha prodotto un valore aggiunto negli ultimi 5 anni rispetto a quella tradizionale basata sul cosiddetto market cap weighted?
La domanda è legittima visto che incassare dividendi più elevati ha un prezzo da pagare che si chiama tassazione anticipata. Essendo considerato un reddito da capitale, il dividendo su qualsiasi ETF azionario incassato in Italia lascia sul terreno nel momento in cui entra sul conto corrente di un possessore dello strumento il 26% del valore lordo.
Ho preso come riferimento un ETF per ogni area geografica per capire se c’è stato effettivamente questo valore aggiunto da parte degli ETF ad alto dividendo, confrontandolo con il generico ETF cosiddetto “blended” rappresentativo del mercato di riferimento.
ETF ad alto dividendo: il confronto USA-Europa
Cominciamo dagli Stati Uniti. Per effettuare un “doppio controllo” ho scelto il gettonato SPDR US Aristocrats affiancandolo ad un più classico iShares Dow Jones Us Select Dividend. Ovviamente il confronto è stato fatto con l’indice S&P500.
Negli ultimi 5 anni l’indice più famoso del mondo ha realizzato una performance del 80% (dati al 27/5/2023). Gli aristocratici del dividendo in versione sempre total return si sono fermati al 55%, la selezione dell’alto dividendo al 40%. Non è stato un affare, almeno per il mercato americano, scommettere sull’alto dividendo. Andiamo adesso in Europa.
La base di riferimento in questo caso è l’ETF che replica l’indice Msci EMU di iShares. A 5 anni il ritorno complessivo è stato del 32%. Fa decisamente peggio l’Aristocrats con un modesto 10% ma ancora più negativo risulta l’ETF iShares Euro Dividend che addirittura in 5 anni ha avuto un rendimento negativo (-5%). Pessimo affare investire in alto dividendo anche in Europa.
Passiamo ai mercati emergenti. Ad iShares Msci Core Emerging Market, che in 5 anni ha realizzato un modesto ma positivo +8%, si contrappone iShares Emerging Market Dividend che è sott’acqua del 9% dopo un lustro. Pessimo affare anche qui.
Ci salveranno gli ETF globali? iShares Core World ha realizzato una performance del 60% in 5 anni, gli aristocratici del dividendo mondiali si sono fermati al 12%, iShares Stoxx Global Select Dividend 100 al 20%. Niente da fare nemmeno in questo caso.
Ovviamente il periodo di analisi non è di quelli considerati da lungo periodo e non è possibile da queste breve analisi trarre delle conclusioni empiriche. Non ci sono però dubbi che l’abisso che è stato scavato dagli indici generici nei confronti di quelli ad alto dividendo è talmente ampio che sarà molto complicato nei prossimi 5 anni colmare questo ritardo. La maggior componente di stile growth degli indici generali ha favorito questo divario, con il value rimasto attardato. Se però aggiungiamo anche una palese inefficienza fiscale degli ETF ad alto dividendo, la scelta di investire in questi strumenti non sembra aver rappresentato per ora una storia di successo a favore dell’investitore italiano.