Meglio investire su azioni europee con strumenti equal weighted o cap weighted? Tema sempre caldo che coinvolge soprattutto gli Stati Uniti e il suo indice di Boorsa più importante, l'S&P 500. Un tema che tuttavia anche in Europa può avere un senso affrontare per gli amanti di una filosofia, la equal weighted, che si contrappone a quella che basa la composizione degli indici sulla capitalizzazione di Borsa di ciascuna società quotata. Con relative concentrazioni societarie e settoriali come vediamo oggi soprattutto sul mercato americano.
Equal weighted vs cap weighted: chi vince la sfida
Abbiamo la fortuna di poter analizzare due ETF di lunga data quotati sul mercato europeo da tempo e che replicano l’indice Stoxx Europe 600, anche se con una sfumatura però relativamente recente. Gli ETF che metterò in contrapposizione in questo articolo sono iShares Stoxx Europe 600 e Ossiam Stoxx Europe 600 Equal Weighted ESG. La sfumatura sta proprio nella sigla legata alla sostenibilità.
A 5 anni le performance segnalano un distacco favorevole alla versione cap weighted dell’indice Stoxx 600 di oltre 17 punti percentuali (dati al 31 maggio 2024). Un vantaggio che ritroviamo per la versione più tradizionale anche facendo partire il confronto dal 2011, data in cui entrambi gli ETF erano quotati. Il +171% della versione Cap supera abbondantemente il +148% della versione Equal. Un appunto è però doveroso.
Fermando il tempo alla fine del 2021, quindi 10 anni dalla partenza, la classifica sarebbe risultata invertita confermando un’alternanza che a livello grafico ha caratterizzato tutto il periodo. Già da questo possiamo capire come risulta difficile dire meglio Cap di Equal o viceversa.
Le caratteristiche dei 2 ETF equal e cap weighted
Ma in cosa divergono nella sostanza i due ETF considerando l’impronta ESG della versione Equal di Ossiam? Oltre al costo annuale leggermente superiore (0,3% contro 0,2%), la composizione settoriale è ovviamente il primo elemento che balza all’occhio. Con 481 partecipazioni (evidentemente alcune società sono state escluse per motivazioni legate ai criteri ESG) l’ETF di Ossiam vede gli industriali a tirare le fila con il 20% di peso seguiti dai finanziari al 17% e i beni voluttuari al 10%. Da un punto di vista geografico, Gran Bretagna al primo posto come Paese con il 20% seguita da Francia (15%) e Germania (11%).
Passando al concorrente di iShares scopriamo ad esempio che oltre al numero di società (ovviamente 600) la differenza esiste a livello geografico con la Svizzera che scavalca la Germania con il 14% di peso geografico. Ma anche a livello settoriale la finanza si prende il primo gradino con il 17% seguita di nuovo dagli industriali al 16%. Maggiore il peso di materie prime e farmaceutici. Il peso maggiore a livello di singola società è quello di Novo Nordisk (3,5%) seguita da ASML (3,2%).
Per chi volesse costruire un portafoglio globale equal weighed, in assenza di uno strumento soddisfacente in tal senso ancora non quotato sul mercato, potrebbe perciò pensare ad un mix di indici americani ed europei di primo livello in grado di coprire almeno l’80% della capitalizzazione mondiale appunto equal weighted.
La storia ci dice che non esiste la prevalenza di una strategia rispetto all’altra in termini di performance, ma per chi teme le eccessive concentrazioni settoriali e di singole società (soprattutto US), questa può essere una ricetta praticabile con ETF.