Mercati azionari sempre molto vicini ai massimi storici. Questa la sentenza che arriva da mercati che sembrano impermeabili agli eventi geopolitici e ai tassi di interesse. E questa la notizia che impaurisce molti investitori timorosi di entrare sul punto più alto della storia quanto a prezzi pagati per indici come S&P 500 o MSCI World.
In realtà un recente studio di JP Morgan certifica che queste paure sono ingiustificate. Secondo quello che riportano gli analisti americani all’interno del report trimestrale “Guide to the Market” del secondo trimestre 2024, la Borsa americana ha passato il 6,6% del suo tempo dal 1950 a oggi a realizzare nuovi massimi storici.
L’aspetto più interessante è cosa succede a distanze temporali differenti, investendo durante questi massimi storici oppure investendo causalmente in un qualsiasi giorno di Borsa. I dati cumulati di performance riportati da JP Morgan sono medi e relativi al periodo 1988-2023 ed evidenziano che a distanza di 1, 2 e 3 anni investire sui massimi storici produce un risultato migliore rispetto all’investimento medio in qualsiasi altro giorno di Borsa.
Se prendiamo il dato a 3 anni, ad esempio, il ritorno percentuale complessivo di investire sui massimi storici dopo un triennio è stato del 48,1% contro il 40,2% medio dell’investire in tutti gli altri giorni.
Indici ai massimi e ritorni sopra medie storiche
Questo ci permette di capire cosa ha realizzato un indice azionario mondiale su diverse scansioni temporali in versione total return. E questo lo possiamo fare grazie a uno degli ETF più datati quotati in Europa, ovvero Xtrackers MSCI World Swap.
ETF ad accumulazione nato nel 2006 dal lancio, Xtrackers MSCI World riporta un rendimento annuo composto dell'8,1% dal lancio. Scalando a 15 anni la sua storia, quindi maggio 2009-maggio 2024, il rendimento annuo composto sale al 12,1%. A distanza di 10 anni (2014-2024) tiene il passo con un rendimento annuo dell'11,9%. A 5 anni si sale ancora più in alto con un rendimento annuo del 12,8%. Infine gli ultimi 3 anni dove ripetuti sono stati i nuovi massimi storici: il rendimento annuo continua a stabilizzarsi attorno all'11,2%.
Sempre sopra le medie storiche dell’ultimo secolo (attorno al 10%), ma comunque nulla che possa lasciar pensare a quotazioni da bolla speculativa. Questi numeri sono total return in euro, quindi comprensivi dei dividendi incassati e già tenendo conto dell’effetto cambio delle varie Borse mondiali.
Comprensibile quindi il timore degli investitori di entrare oggi su mercati che non solo sono sui massimi storici, ma anche reduci da performance superiori alla media. I numeri ci dicono però che investire sui top non è negativo in prospettiva e che per il momento non siamo all’interno di una bolla speculativa. Ovviamente il futuro ci dimostrerà se questa tesi è corretta oppure no.