Partenza con il botto per l’oro nel 2025 e partenza a razzo anche per quelle società che l’oro lo estraggono materialmente dalle viscere della terra. Ovvero le azioni aurifere.
Il metallo giallo aveva chiuso l’anno in modalità correttiva a 2600$ l’oncia, ma poi le incertezze geopolitiche ed economiche legate alle future decisioni di Trump sui dazi, hanno rimesso l’inflazione al centro costringendo la FED a valutare uno stop nel processo di riduzione dei tassi. E così l’oro ha riguadagnato 100$ l’oncia riproponendosi per il test di nuovi massimi storici, oltretutto in un ambiente anomalo caratterizzato dalla contemporanea forza del dollaro che amplifica i guadagni per l’investitore europeo.
Investitore che da anni ha la possibilità di investire anche sulle società direttamente collegate all’oro, ovvero quelle aziende estrattive aurifere le cui valutazioni, e ovviamente ricavi, sono fortemente dipendenti dall’andamento della materia prima.
VanEck Gold Miners è uno storico ETF presente sul mercato da 10 anni e da quasi un anno sta guadagnando terreno. A ottobre il test dei massimi storici che risalivano al 2020, poi una violenta correzione che ha trovato nei massimi del 2023 un eccellente base di supporto per ripartire in questo primo scampolo di 2025. Con aspetti tecnici come vedremo tra poco interessanti.
ETF VanEck Gold Miners: le caratteristiche
ETF da oltre 1 miliardo di masse amministrate, questo ETF replica fisicamente in modo totale e al costo di 0,53% l’anno l’indice NYSE Arca Gold Miners composto da società dell'industria globale operative nell’estrazione di oro ed argento e che generano almeno il 50% dei propri ricavi da questo settore.
L’indice sottostante negli ultimi 10 anni ha raccolto un rendimento composto del 7,7%, quasi la metà dello S&P500, ma in linea con il 7% annuo raccolto dal metallo giallo inteso come materia prima.
Secondo le metriche estrapolate dalla scheda dell’emittente, le valutazioni non appaiono certamente eccessive. Il rapporto prezzo utili a 20 e il rapporto prezzo valore di libro a 1,7 sintetizza la media di un drappello di oltre 50 società prevalentemente canadesi (il 45%), seguite da aziende estrattive americane ed australiane.
Newmont, Agnico Eagle e Barrick Gold rappresentano da sole il 30% dell’indice con le prime 10 società che coprono i due terzi del totale.
Società aurifere: il 2025 potrebbe regalare soddisfazioni
A livello grafico, delle evidenti divergenze tra oscillatori in ipervenduto ma con minimi crescenti e prezzi in discesa, sembrano lasciar trapelare la concreta possibilità che le azioni aurifere sono pronte ad attaccare nuovamente i massimi con una probabilità di successo vincolata al comportamento del prezzo dell’oro.
Se il metallo giallo, come sembra, ritoccherà il massimo storico, allora anche per l’azionario aurifero il 2025 diventerebbe un anno decisamente ricco di soddisfazioni.