La sfida tra Vanguard e BlackRock si arricchisce di un nuovo capitolo e questa volta il terreno di scontro sono i fondi bilanciati, finora regno indiscusso della società fondata da Jack Bogle con la serie LifeStrategy.
I tre nuovi ETF lanciati da BlackRock in realtà non sono una novità assoluta essendo già da tempo quotati su altre piazze europee. Tre linee di investimento che prima di tutto seguono l’ormai consolidato filone ESG. Multi asset con tre profili di rischio conservativo, moderato e crescita che in un certo senso ricalcano le strategie di Vanguard. Ma come vedremo le differenze tra i due sono molto ampie.
ETF di Blackrock sotto la lente
La prima eccezione da considerare è proprio quella legata al tema sostenibilità. Il KID infatti indica in almeno l’80% il soddisfacimento di criteri ESG e questo rende potenzialmente un quinto del portafoglio “non sostenibile”.
Cominciando ad analizzare il multi asset growth, quindi l’ETF con un peso maggiore di azionario, dal KID scopriamo che non esiste un benchmark da replicare ma un target di volatilità che per questo comparto è compreso tra il 10 e il 15%. ETF quindi con una decisa componente di gestione attiva.
L’ETF contiene al suo interno altri ETF di casa e ha una commissione di gestione identica a quella di Vanguard (0,25% annuo). Dalla scheda del fondo possiamo comprendere l’attuale esposizione sia ai prodotti che alle asset class.
La scelta degli azionari ricade su ETF che replicano gli indici regionali Msci per l’azionario e questo non sembra essere un punto a favore. Comprendere perché i primi tre titoli sono ETF che replicano indici Msci USA ESG Enhanced, SRI e ESG Screening è un mistero. Quasi il 50% del portafoglio è però rappresentato da ETF americani a cui si aggiunge anche un ETF Msci USA Min Volatility con il 5% di peso.
Obbligazionario che pesa per il 17% del portafoglio in una classica esposizione 80/20 un po' più spinta con l’America che complessivamente copre il 60%. Attenzione anche alla componente bond che non è esclusivamente governativa (oltretutto particolarmente lunga di duration), ma anche credito high yield ed emergente.
Risalendo nel profilo di rischio troviamo il Multi Asset Moderate il cui target di volatilità è compreso tra 5% e 10%. Attualmente il posizionamento è un 45% azioni e 55% bond con i primi due ETF rappresentati da ETF iShares Msci USA SRI e iShares Treasury 7-10 anni. Anche in questo caso l’inserimento di ETF obbligazionari con range di scadenza non sembra essere una grande idea visti gli annosi difetti di questi strumenti costretti a liquidare titoli quando escono dal target di duration.
Per ultimo troviamo l’ETF Multi Asset Conservative che ha un target di volatilità 2-5% annuo e che attualmente investe al 11% in azioni e al 87% in obbligazioni di nuovo con un peso americano attorno al 60%.
In conclusione l’entrata in campo di iShares non sembra essere così roboante come quella di Vanguard e de suoi Lifestrategy sicuramente più passivi dei Multi Asset di BlackRock, ma obiettivamente anche più efficienti nelle sue componenti di ETF interni.
I margini di volatilità entro i quali si possono poi muovere gli ETF di iShares appaiono piuttosto ampi lasciando discrezionalità al gestore. I singoli strumenti fanno discutere soprattutto perché appaiono un cumulo degli ESG di casa dei quali non si comprende il criterio di fondo nella costruzione del portafoglio, se non coprire la quota sostenibile che deve essere di almeno l’80%.
Attendo il giudizio del mercato, ma trovo in questi ETF più difetti che pregi se rapportati ai LifeStrategy di Vanguard. Sicuramente si allontanano dalla filosofia dell’ETF che semplicemente replica un indice.