Le obbligazioni emergenti possono essere acquistate in varie forme come qualsiasi altro tipo di obbligazione. Direttamente sul mercato con costi molto elevati soprattutto in termini di spread bid ask, ma anche con scadenze differenti. E la duration gioca un ruolo fondamentale nei risultati che gli ETF che operano su queste obbligazioni hanno ottenuto nel corso degli anni.
Naturalmente non esiste una risposta precisa al quesito se è meglio acquistare bond emergenti con duration corta o lunga. Facendo però un confronto delle performance degli ultimi anni caratterizzate da diversi scenari di tassi di interesse, prima bassi poi saliti dopo l’impennata dell’inflazione, possiamo avere un quadro medio piuttosto interessante.
Per fare questo ho deciso di prendere gli ETF di due case di investimento in versione eur hedged ma con due diverse politiche di gestione legati alla scadenza. Gli ETF che ho messo a confronto sono quelli di SPDR e Ubs. Rispettivamente SPDR ICE BofA 0-5 Year EM USD Government Bond eur hedged e UBS ETF Bloomberg USD Emerging Markets Sovereign eur hedged.
ETF Obbligazioni emergenti: il confronto tra titoli con diversa duration
Già nella descrizione possiamo verificare che entrambe gli ETF investono in titoli di stato emergenti con due indici diversi come sottostante, ICE Bofa e Bloomberg. Per il resto tutto uguale tranne la duration. Che è di 6,3 per l’ETF standard e di 2,3 per l’ETF di SPDR.
Naturalmente diversi anche i rendimenti a scadenza indicati nell’ultima scheda mensile disponibile. Rispettivamente 9% per l’ETF tradizionale a duration aperta di Ubs e 6% per l’ETF di Spdr che contiene le scadenze dei titoli entro i 5 anni.
Una piccola annotazione sugli indici utilizzati va fatta prima di andare a vedere le performance degli ultimi 5 anni. Nel caso di Ubs l’ETF ha un cap per Paese del 3% che rende più esposto l’ETF a emissioni di paesi periferici come, ad esempio, l’Uruguay o la Repubblica Dominicana tanto per citare un paio di esempi. L’ETF di SPDR non ha questo vincolo e infatti in portafoglio troviamo Turchia e Corea del Sud con il 9% di peso e Arabia Saudita al 8%.
Ma andiamo alle performance. Purtroppo, l’ETF di SPDR in versione cambio coperto non va oltre i 3 anni di storia dove indubbiamente il ribasso dei prezzi dei bond a causa dell’impennata dei tassi si è fatto sentire. Il -6% dell’ETF a duration controllata batte nettamente il -13% della duration standard. Ma utilizzando l’ETF di Ubs in versione scadenze massime 1-5 anni (l’indice comprende però anche i corporate bond), il gap si riduce se andiamo a fare un bilancio a 5 anni. Al -10% della versione duration aperta si contrappone il -4% della versione duration corta.
Il tutto naturalmente con una volatilità decisamente più contenuta per l’ETF che investe sulle scadenze massimo 5 anni. La sfida, quindi, sembra essere vinta dagli ETF che investono in bond emergenti con scadenze controllate, soprattutto considerando la volatilità che è inferiore di un buon 30% rispetto alla versione standard.
Ovviamente scenari di compressione dei rendimenti a lunga scadenza dei bond americani contemplerebbero una maggiore performance di questi ETF a duration aperta, ma considerando che chi compra obbligazioni ricerca una maggior protezione del capitale in conclusione ritengo che la scelta di allocation dovrebbe cadere in questo momento su ETF con duration più ridotta.