Si tende spesso a celebrare la Borsa americana come la più forte del pianeta negli ultimi anni. Ma è veramente così? Su orizzonti temporali differenti no. In questo articolo avevo già indicato due listini emergenti che avevano battuto lo S&P 500, ma c’è un’altra borsa che ha stupito negli ultimi anni ed è quella di Taiwan.
Nonostante le minacce di invasione cinese, il rally clamoroso del settore dei semiconduttori di questo terzo decennio del ventunesimo secolo ha fatto decollare la Borsa asiatica portandola al terzo posto per capitalizzazione delle borse emergenti, non più così distante da Cina e India.
Ma andiamo a vedere queste performance relative rispetto alla borsa americana e anche rispetto a quella emergente.
ETF Borsa Taiwan: sui 5 anni batte anche lo S&P 500
Il confronto di Xtrackers Msci Taiwan a 5 anni rispetto all’ETF iShares Core Emerging Markets è a dir poco imbarazzatante. Il +120% del listino asiatico è quattro volte superiore quello dell’indice emergente nel suo aggregato. Ma non solo. Taiwan batte pure lo S&P500 cresciuto di un rotondo 100% in 5 anni.
E a 10 anni? Ancora una volta stracciate le Borse emergenti mentre il listino taiwanese se la gioca con Wall Street seppur rimanendo dietro di una ventina di punti percentuali rispetto al +280% della borsa Usa. Un mercato quindi, quello di Taiwan, che ha saputo tenere il passo della stellare Borsa americana e battere alla grande l’indice All Country World.
Utilizzando i dati del provider Msci infatti scopriamo che dal 2014 a oggi Taiwan batte mondo 13,5% a 9,1% (rendimenti annui composti).
Con un rapporto prezzo utili non lontano da quello di un indice azionario globale, pesa ovviamente il contributo della tecnologia che occupa il 70% dell’intero portafoglio. A questo si aggiunge poi il peso di una singola azione come TSMC. Il produttore più importante di semiconduttori al mondo, nella versione originale dell’indice occupa un peso del 50%, ma per meccanismi di cap inseriti nei regolamenti degli ETF la società viene limitata ad “appena” il 33%.
ETF decisamente sottopesato quanto a stile size e low volatility, ma che risulta sovrapesato per quello che riguarda lo stile momentum.
Il grafico dell’indice taiwanese ci dice molto circa la sua spiccata componente intrinseca di volatilità tipica della tecnologia. Dopo il primo crollo post Covid, Msci Taiwan decollò per poi tornare agli stessi livelli pre Covid nel 2022 inaugurando da quel momento in avanti una cavalcata che ancora non vede la fine.
Le valutazioni dell’indice (che come dettò è pero TSMC dipendente) non sono ancora estreme, ma certamente la parabola ascendente degli ultimi tempi potrebbe indurre alla riflessione. Come si vede però ancora una volta la mini correzione di agosto sui precedenti massimi ha attirato i compratori. Evidentemente ancora desiderosi di investire su questo mercato antagonista finora di Wall Street anche nelle performance.