La Borsa inglese ritocca i suoi massimi storici grazie alla debolezza della sterlina che spinge le quotazioni delle azioni domestiche.
Il mercato sta evidentemente scommettendo su una Banca centrale che ad un certo punto sarà costretta ad abbracciare l’easing monetario con maggiore intensità tagliando un costo del denaro che andrebbe ad avvantaggiare consumi interni e competitività dell’export britannico. Ovviamente l’agnello sacrificale di questa vicenda sarebbe la sterlina inglese.
Utilizzando uno degli ETF più capitalizzati attualmente presenti sul mercato, iShares Msci UK, scopriamo che a 5 anni la Borsa inglese ha fatto peggio di quella EMU (che non comprende a differenza degli indici Europa la Gran Bretagna). Nell’ultimo lustro, infatti, al 44% di Msci EMU si contrappone il +32% della borsa inglese.
Due indici ad altro tasso di dividendo per azione, ma la metrica è risultata poco attraente agli occhi degli investitori visto che l’indice Msci World che offre meno del 2% di dividend yield, ma che nello stesso periodo ha realizzato un ritorno percentuale superiore all'80%.
Borsa UK: caratteristiche e composizione
Le valutazioni dell’indice Msci UK sono contenute. Attualmente il rapporto tra prezzo e utile misura 14 con un rapporto prezzo valore di libro inferiore a 2.
Indubbiamente value la composizione settoriale del mercato inglese. I finanziari rappresentano il 22%, ma subito dopo arrivano i beni di consumo con il 18% e gli industriali con il 13%. Tecnologia non pervenuta con un misero 1%, mentre energetici e risorse di base insieme sfiorano il 20%.
Questo ci dice già molto del perché la Borsa inglese è rimasta così attardata negli ultimi 5 anni.
Astrazeneca, Shell, Hsbc e Unilever sono le prime quattro società di un paniere rappresentato da una settantina di società indubbiamente variegato ma con l’assenza di campioni della tecnologia. Una differenza sostanziale anche rispetto alla Borsa europea che esclude la Gran Bretagna. Se finanziari e industriali fanno da leader anche qui il tech rappresenta il 14% di un indice dove materials ed energia pesano meno dell’8%.
Due mercati che si completano molto bene l’una con l’altra pur avendo, questo è innegabile, un evidente sottopeso in quello che è stato il motore trainante dei listini azionari americani degli ultimi anni. Ma ideali per chi scommette su una rotazione settoriale nei prossimi anni.
Borsa UK: il 2025 sarà l'anno della svolta?
Tornando al listino UK, pur dovendo considerare inevitabilmente l’effetto cambio, le prospettive sembrano essere interessanti.
La conformazione grafica non è infatti molto diversa da quella vista nella decade 2007-2017 e nel periodo 2018-2024. Resistenze grafiche offerte dai precedenti massimi, inizialmente arginate ma che poi cedono sotto i colpi dei compratori.
Nel 2024 questo break rialzista ha preso nuovamente forma e l’upside sembra essere un qualcosa che potrebbe accompagnare il 2025 di un mercato azionario obiettivamente non sopravvalutato.