Nei mercati finanziari esistono degli strumenti denominati ETF covered call che permettono di avere un flusso di entrate periodico con un livello di rischio più limitato rispetto ad altri prodotti che prevedono una strategia direzionale. Gli strumenti che andremo a trattare combinano gli ETF (Exchange Traded Funds) e le covered call. Quindi, prima di affrontare l'argomento, è importante dare una definizione delle due componenti.
Gli ETF sono fondi negoziati in Borsa che replicano un indice azionario, obbligazionario, di valute e materie prime. Le covered call sono strategie che vengono attuate nel mercato delle opzioni e consistono nell'acquisto di un asset e contestualmente nella vendita di un'opzione call con sottostante quell'asset. Le strategie ETF covered call, come vedremo, presentano dei vantaggi importanti, ma a certe condizioni anche dei grossi inconvenienti.
ETF covered call: definizione e caratteristiche
Gli ETF covered call sono fondi che contengono all'interno titoli coperti dalla vendita di opzioni call sugli stessi. Solitamente la strategia si costruisce con opzioni "out of the money" (
OTM) o "at the money" (
ATM), ma è possibile farla anche con le "in the money" (
ITM) (
Opzioni ATM, ITM e OTM: cosa sono e come funzionano). Nelle OTM la call presenta un prezzo di esercizio più elevato rispetto a quello attuale del sottostante; nelle ATM i due prezzi coincidono; mentre nelle ITM lo strike price è più basso rispetto al prezzo del sottostante.
Il motivo per cui si scelgono le OTM o le ATM nelle strategie covered call è soprattutto per ridurre la probabilità dell'assegnazione nel caso in cui si ha a che fare con le opzioni americane. Queste ultime si differenziano dalle opzioni europee perché possono essere esercitate in qualsiasi momento dalla data di acquisto a quella di scadenza, mentre nelle europee è possibile farlo solo alla scadenza. Per evitare l'assegnazione è pur sempre possibile effettuare il rolling delle opzioni se il prezzo del sottostante sale e le opzioni diventano ITM.
Il guadagno di una strategia covered call è determinato dal premio incassato dalla call venduta e, se questa è OTM, dalla differenza tra lo strike price e il prezzo del sottostante alla scadenza (se sarà inferiore allo strike price). Facciamo un esempio per chiarire. Supponiamo di acquistare 100 azioni Apple a un prezzo di 200 dollari (per un investimento complessivo quindi di 20.000 dollari) e di vendere 1 opzione call - negli Stati Uniti 1 opzione fa riferimento a 100 azioni sottostanti - con strike price 220 e scadenza 1 anno, incassando un premio di 20 dollari per azione. Nel caso in cui dopo 1 anno, e senza che nel frattempo ci sia stata assegnazione, il prezzo delle azioni Apple risulti di 210 dollari, si otterrà il seguente guadagno:
Premio = 20 * n. 100 azioni = 2.000 dollari perché l'opzione non viene esercitata dall'acquirente della call in quanto OTM
Plusvalenza = (210 - 200) * n. 100 azioni = 1.000 dollari
Totale = 2.000 + 1.000 = 3.000 dollari che corrisponde a un ritorno del 15% sulla somma investita
Nel caso in cui il prezzo del sottostante dovesse scendere, il premio incassato attutisce la perdita. Se, nell'esempio, le azioni Apple dovessero arrivare a scadenza a 170 dollari e nel frattempo non ci sono state assegnazioni, l'investitore della call non eserciterà l'opzione e quindi non si dovrà vendere il sottostante. L'incasso di 2.000 dollari del premio coprirà parzialmente la perdita di 3.000 dollari sul sottostante, ossia (200-170)* n.100 azioni. Quindi il risultato finale sarà di -1.000 dollari.
Gli ETF covered call permettono di avere dei flussi periodi derivanti dagli incassi dei premi per la vendita di opzioni call su un paniere di titoli. In pratica, è come se si possedessero diverse case messe in affitto, dalle quali periodicamente si percepisce una rendita.
ETF covered call e le greche
Gli ETF covered call presentano un profilo profit/loss che cambia al variare delle greche. Queste ultime rappresentano parametri che definiscono le caratteristiche principali delle opzioni. Il Vega esprime il pay-off della strategia al variare della volatilità implicita; il Theta il pay-off al passare del tempo; il Delta raffigura il pay-off al movimento del sottostante.
Gli ETF covered call sono a Vega negativo, poiché un aumento della volatilità fa aumentare il valore delle opzioni e quindi fa diventare più oneroso chiudere l'opzione riacquistandola sul mercato. Sono a Theta positivo, perché il decadimento temporale (time decay) fa diminuire il valore delle opzioni e rende più conveniente chiuderle con il riacquisto. Sono a Delta positivo in quanto, se questo aumenta, la strategia va in profitto perché l'opzione viene esercitata e il sottostante venduto, ma il guadagno sarà rappresentato dal premio incassato.
Vantaggi e svantaggi
Convengono sempre gli ETF covered call? La risposta è no. O meglio, convengono a certe condizioni. Ad esempio, questi strumenti hanno il vantaggio di un flusso di cassa certo rappresentato dalle opzioni vendute. Tra l'altro, se l'ETF replica un indice azionario che distribuisce dividendi, si possono ottenere fino a tre flussi: i dividendi, i premi delle opzioni, e la plusvalenza derivante dalla differenza tra lo strike price e il prezzo del sottostante. Tuttavia, è necessario che il sottostante si muova al rialzo poco perché la strategia sia vantaggiosa.
Se invece il titolo dovesse intraprendere un rally molto sostenuto, come avviene per certe titoli molto volatili e che pagano premi elevati per le opzioni (non a caso), si rischia di rinunciare a gran parte dei guadagni. L'alternativa potrebbe essere quella di acquistare ETF covered call su titoli che normalmente si muovono poco. Ma questo comporta un incasso di premi più esiguo che fa rinunciare comunque a guadagni importanti se il sottostante dovesse andare in rally e che per di più protegge di meno se, per svariati motivi, il titolo dovesse prendere una rapida discesa.