Prosegue lo sbarco di ETF a gestiona attive sulla borsa milanese. L’ultimo in ordine di tempo l’ETF di iShares che ha deciso di lanciare un prodotto azionario globale che si chiama World Equity High Income. Vediamo quali sono le caratteristiche di questo ETF che cercherà di andarsi a inserire nella sempre più folta schiera di gestioni attive…sotto le vesti di prodotto passivo.
L’obiettivo dichiarato dal Kid dell’ETF è quello di realizzare una performance allineata o superiore all’ETF tradizionale globale che investe sui mercati sviluppati, ma con meno volatilità.
Almeno l’80% del patrimonio sarà investito in azioni mentre il resto prevede l’utilizzo di opzioni, futures e contratti swap per raggiungere l’obiettivo. Obiettivo che sarà sempre condito dalle tinte verdi ESG. Come indicato nel documento chiave a disposizione degli investitori “il Fondo utilizzerà modelli quantitativi (ossia matematici o statistici) al fine di ottenere un approccio sistematico (ossia basato su regole) alla selezione dei titoli e inoltre venderà opzioni call e acquisterà futures su indici dei mercati sviluppati a media e alta capitalizzazione per generare reddito”.
ETF iShares World Equity High Income, attenzione ai costi
Appurato che l’utilizzo di strumenti derivati sarà un tassello importante della politica di gestione, il KID dell’ ETF dice altre cose interessanti. Ad esempio, che l’indice Msci World Index sarà il punto di riferimento per la costruzione del portafoglio, ma il gestore non sarà vincolato allo stesso indice quanto a pesi e ponderazione potendosi discostare significativamente dal Msci World.
La sorpresa nasce però nell’osservare i dati oggettivi dell’ETF. Ovvero i costi. Le commissioni di gestione di questo ETF attivo sono in linea con quelle, ad esempio, degli smart beta tradizionali, 0,35% all’anno, ma spulciando in profondità si scopre che i costi di transazione superano le spese correnti essendo stimati in 0,42% all’anno. Questo porta a quasi lo 0,8% il costo annuo dell’ETF.
L’Alfa che dovrà produrre il gestore dovrà quindi essere di 80 punti base rispetto al mercato il tutto senza tenere conto dello spread bid ask del prodotto quotato sul mercato.
A livello di composizione geografica cambia poco rispetto ad un indice globale. Stati Uniti al 66%, poi Giappone al 7%. Ma al terzo posto troviamo la voce liquidità/derivati al 4%. Per quello che riguarda i settori tecnologia al comando con il 24% seguita da finanziari e farmaceutici al 13%.
Naturalmente siamo solo all’inizio della vita di questo ETF, ma il confronto con altri ETF Msci World diventerà probabilmente la norma nell’arena della sfida tra gestione attiva e passiva. Una gestione attiva offerta a prezzi da fondo istituzionale, ma decisamente cara quanto a spese di negoziazione preventivando evidentemente un tasso di rotazione del portafoglio importante e costoso.