La maggior parte degli ETF obbligazionari attualmente in circolazione investe in titoli di stato emessi dai singoli Paesi oppure in obbligazioni societarie emesse da società private che possono vantare, come gli stati, rating investment grade oppure high yield.
Ogni emissione naturalmente è soggetta ad uno spread di rendimento rispetto al canonico titolo free risk (Bund in euro e Tbond in dollari). Spread che sarà tanto maggiore quanto maggiore risulterà il rischio di credito percepito dal mercato su ogni singolo emittente. Ad esempio Paesi come la Grecia e l’Italia saranno costretti ad offrire rendimenti superiori a quelli tedeschi, così come società high yield saranno costrette ad emettere bond con rendimenti superiori a quelle investment grade per incontrare la domanda degli investitori.
Esiste però anche la possibilità di investire tramite ETF in sole obbligazioni sovranazionali, ovvero titoli emessi da banche multilaterali di sviluppo economico come BEI, IBRD, IFC, ecc… che per loro natura riducono quasi a zero il rischio emittente e che infatti vantano il rating di tripla A. Il massimo possibile e che indica la più bassa probabilità di default.
ETF obbligazionari a rischio zero (o quasi)
Sul mercato sono presenti quattro ETF di questo tipo, di cui due a cambio coperto. Gli emittenti sono iShares e Ubs con quest’ultima che vanta la quota più interessante di masse amministrate in gestione.
Ubs Sustainable Development Bank Bond, presente sia in versione cambio aperto che "eur hedged", ha una capitalizzazione di oltre 600 milioni di euro e fa naturalmente del tema ESG la sua peculiarità assieme a quella di investire appunto in banche mondiali di sviluppo economico tripla A.
Il KID ci dice una cosa comunque interessante e legata ad un Cap per emittente. L'esposizione dell’ETF sarà infatti proporzionale ai componenti del Solactive Global Multilateral Development Bank Bond USD ma con un cap del 25% sui singoli emittenti.
E infatti la scheda mensile ci mostra un peso del 25% di Asia Development Bank, del 25% di IADB, del 19% di IBRD, del 13% di Africa Development Bank, del 11% di BEI. Purtroppo la scheda di Ubs non fornisce informazioni numeriche di rendimento a scadenza e duration che però possiamo recuperare attingendo dal database di iShares che indica in 3,6 la duration effettiva per un rendimento a scadenza a fine luglio del 4,2%.
ETF quello di Ubs già quotato dal 2019 per il quale può essere interessante fare un confronto con un ETF Global Aggregate che investono in titoli di stato e corporate bond.
A distanza di 5 anni abbiamo una sorpresa molto positiva. L’ETF di Ubs nell’ultimo lustro ha perso il 6% in versione eur hedged e guadagnato il 2% in quella aperta al cambio (prevalentemente dollaro Usa). Gli ETF global aggregate in ambo le versioni dopo 5 anni si ritrovano con cali compresi tra il 7% e l’8%.
Considerando i costi molto contenuti dello strumento (0,15% la versione a cambio aperto, 0,18% quella a cambio coperto), questi ETF possono essere una interessante alternativa ai classici investimenti in governativi e titoli corporate con la garanzia della tripla A utile per diversificare il portafoglio bond.