Sul finire del 2023 diversi investitori sono stati premiati nell’aver tenuto duro sui tanti ETF obbligazionari finiti sott’acqua all’inizio dell’anno quando, il rialzo dei tassi, aveva letteralmente devastato tanti portafogli di investimento orientati al reddito fisso. Ma il 2024 sembra essere cominciato sotto auspici non proprio dei migliori.
Il drastico calo dei rendimenti americani, soprattutto sulle scadenze lunghe passate dal 5% a sotto il 4%, aveva dato un po' di respiro agli investimenti riportando il bilancio del 2023 per le obbligazioni in territorio positivo.
Prendendo ad esempio alcuni ETF benchmark come iShares Eur Government Bond e iShares Global Government Bond scopriamo che il 2023 è andato in archivio rispettivamente con una performance total return (quindi comprensiva delle cedole incassate) del 7% e dell'1%.
Un pannicello caldo contro le perdite del 2021, rispettivamente 18% e 12%, ma comunque un processo di recupero che soprattutto sulle martoriate obbligazioni europee è cominciato e che è stato suggellato da un rendimento del Bund decennale tedesco sotto al 2% e quello dei BTP italiani sotto al 4%.
Ma la strada appare ancora lunga, soprattutto perchéi livelli tecnici che contano si sono fatti sentire cataputando nuovamente i Treasury sopra al 4% e il Bund al 2,5%. E il motivo si chiama ancora una volta inflazione, un osso duro a morire che sta rialzando la testa seppur in modo non preoccupante.
Mercato obbligazionario: attenzione alla soglia del 4%
Il grafico dei tassi a 10 anni americani, quelli che poi guidano tutto il mercato compreso quello a spread dei corporate bond e degli emerging bond, ci fa capire quanto importante fosse lo scoglio del 4%. Che non è stato superato e anzi sta rilanciando l'azione.
Tracciando una semplice media mobile annuale vediamo subito come la correzione ha svolto il suo lavoro, ma adesso viene il difficile. Perché proprio attorno al 4% passa quella linea di sostegno che nel 2021 e nel 2022 ha rilanciato il rialzo dei tassi e quindi il ribasso dei prezzi di molti ETF con duration medio lunghe.
Un altro ETF come Xtrackers Global Aggregate bond eur hedged fa capire quanto il momento sia importante e quanto soprattutto il rischio di pensare che il pericolo è scampato è alto.
Come si vede dal grafico anche in questo caso un potenziale doppio minimo sembra essersi arenato ed un ritorno sotto il prezzo di 20 euro per quota dell’ETF (come sta accadendo in questi giorni) sancirebbe definitivamente l’avvio di una fase di accumulazione (o almeno si spera) lunga e caratterizzata da nuove ondate di vendite sui bond alternate a fasi di recupero.
Visto il veloce recupero dei prezzi degli ETF una strategia a mio avviso praticabile potrebbe essere quella di liquidare una parte delle posizioni lunghe sui bond tenendosi pronti a rientrare più avanti a condizioni migliori.
Visto che i mercati stanno già scontando scenari parecchio ottimistici sulle future politiche delle banche centrali, una ricaduta dell’obbligazionario non mi sento di escluderla nella prima parte del 2024 e potrebbe essere una buona opportunità di impiego della liquidità più avanti il denaro parcheggiato sul più remunerativo e meno volatile mercato monetario.