Gli ETF a scadenza, i cosiddetti target maturity ETF, sono stati lanciati sul mercato europeo poco più di un anno fa e il business sta lentamente acquisendo importanti quote di mercato.
Il sito ETF.com ha recentemente pubblicato un articolo dove viene fatto il punto della situazione a distanza dal primo lancio di un ETF a scadenza nel Vecchio Continente, ovvero quel iShares iBonds € Corporate Bond 2028 che ha dato il via ad una serie di quotazioni della stessa BlackRock (ma anche da parte di altre case prodotto) che hanno catturato l’interesse di gestori, consulenti finanziari e singoli investitori per le loro qualità di prodotti obbligazionari a scadenza.
Quell’ETF rappresenta ancora oggi il prodotto di maggior successo della linea iBonds per BlackRock, ma in generale di tutti gli ETF a scadenza. Assieme ad un altro iBonds simile, quello con scadenza 2026, sono stati ampiamente superati i 5,5 miliardi di dollari di masse amministrate da parte del gestore americano.
A BlackRock si sono uniti poi Invesco, BNP, Dws e Amundi diversificando l’offerta tra titoli di stato in euro e dollari e corporate bond europei ed americani.
ETF a scadenza: le ragioni del successo
Prodotti nati sull’onda dell’insofferenza di molti risparmiatori dopo il pesante calo degli ETF open maturity, ovvero quelli con duration mantenuta costante per politica di gestione, i quali hanno dimostrato i limiti di certi prodotti obbligazionari in un ambiente di tassi bassi colpito da una fase di aumento dei rendimenti.
Siccome l’investitore in prodotti obbligazionari sceglie questa tipologia di prodotto soprattutto per fini di diversificazione, decorrelazione dall’azionario, ma anche conservazione e protezione del capitale, il ritorno di fiamma delle singole obbligazioni (titoli di stato e corporate bond) in grado di offrire rendimenti certi e capitale rimborsato con certezza (salvo default), ha contribuito ad un certo punto ai deflussi dal mercato degli ETF a quello dei singoli bond. Ovviamente chi vive di risparmio gestito ha immediatamente cercato di contrastare il fenomeno calando in Europa prodotti passivi a scadenza che in America erano già ampiamente diffusi da tempo.
L’innovazione dovrebbe comunque offrire la possibilità per il futuro di ampliare ancora di più l’offerta a segmenti di mercato oggi non coperti. Ad esempio il mondo obbligazionario high yield, quello dei bond emergenti o ancora quello delle obbligazioni indicizzate all’inflazione.
Oggi sono quotati in Europa oltre 40 ETF target maturity e di questi 15 hanno masse amministrate sopra i 100 milioni di euro. Solo uno però non appartiene all’universo iShares che gode ancora del vantaggio competitivo di essere partita per prima.
Gli ETF a scadenza di minor successo con masse sotto ai 20 milioni di euro sono tre prodotti a distribuzione che investono sull’obbligazionario europeo governativo e specifico dei BTP italiani. Evidente come gli investitori preferiscono ancora utilizzare direttamente i singoli titoli in questi specifici frangenti dove la diversificazione non ha bisogno di un ampio paniere di titoli come nel caso dell’asset class dei corporate bond.
Un futuro comunque roseo quello che attende il segmento degli ETF a scadenza visto il crescente interesse per tecniche (ad esempio il laddering) di gestione di portafogli obbligazionari in grado di offrire certezze di scadenza e rendimento spendendo poco e con attività di gestione ridotte al minimo.