La triste storia delle energie rinnovabili non sembra ancora vicina ad essere messa in archivio, mentre un nuovo capitolo delle “vecchie” fonti energetiche sembra riaprirsi dopo un’era Biden che comunque non aveva favorite le prime e nemmeno svantaggiato le seconde in termini di performance.
E così, analizzando due ETF quotati dal 2016 sulla Borsa Italiana, iShares Global Clean Energy e Xtrackers Msci World Energy, scopriamo che nel 2024 il settore oil&gas sta sovraperformando il settore delle energie rinnovabili dopo una lunga rincorsa che nel 2021 aveva addirittura generato uno spread di rendimento tra i due ETF di quasi il 280%, in quella che possiamo definire l’annata che ha sancito lo scoppio della bolla speculativa sul tema Clean Energy.
Da quel momento la discesa del settore delle rinnovabili non ha più conosciuto un’interruzione e quella performance del settore World Energy che nel 2021 era negativa per il 15% rispetto al 2016, oggi è diventata positiva per un rotondo 100%. Il gap a favore di questo settore rispetto al Clean Energy è ormai superiore ai 35 punti percentuali. E sembra destinato ad ampliarsi considerando quello che Trump ha indicato come linee guida energetiche nella sua politica elettorale.
Rimuovere parte degli stimoli fiscali dell’era Biden sull’energia green, favorire le tecnologie a basso costo come l’utilizzo del carbone e soprattutto riavviare le concessioni alla trivellazione per ricercare nuove fonti di gas e petrolio in territorio americano con lo scopo dichiarato di rafforzare la sicurezza nazionale. Tutte decisioni che andrebbero chiaramente a favore di un tema e a sfavore dell’altro.
ETF World Energy scambia a valori particolarmente contenuti
Assieme alle Small Cap, al settore finanziario e al Bitcoin, le azioni del settore energetico tradizionale sono state le maggiori beneficiarie della notizia di Trump alla Casa Bianca. Nello stesso giorno l’ETF che investe nel settore delle energie rinnovabili ha perso quasi il 6% sul timore che il Climate Act sul clima di Biden verrà messo seriamente in discussione dall’Amministrazione Trump assieme all’adesione al patto mondiale di riduzione delle emissioni di CO2 che rischia così di perdere un attore molto pesante.
Le valutazioni del settore Clean Energy si sono sgonfiate nel tempo e oggi si posizionano su un rapporto prezzo utili di 13. Il settore World Energy tradizionale appare ancora molto cheap con un valore di P/E di 11.
Chiaramente il trend grafico e di momentum sono differenti e in questo contesto in cui il prezzo del petrolio e del gas naturale rimangono ancora relativamente contenuti, il settore globale dell’energia tradizionale sembra avere tutte le carte in regole per proseguire in quella che non è più una rincorsa verso lo scalpitante settore delle energie alternative.