Non sono bastati dati positivi per l'economia cinese per rilanciare lo yuan. La moneta del Dragone è ancora scambiata ad appena lo 0,5% al di sopra del minimo di 16 anni rispetto al dollaro USA toccato a settembre. Questo nonostante il
costante monitoraggio della People's Bank of China che quotidianamente interviene fissando la fascia di oscillazione del cambio.
Mercoledì scorso l'ufficio di statistica di Pechino ha annunciato che la crescita del PIL cinese è balzata al 4,9% su base annua, oltre le aspettative degli analisti che lo davano al 4,4%. Inizialmente il cambio USD/CNY è sceso fino a 7,2984 per rientrare subito sopra 7,31.
I segnali di ripresa dell'economia del Dragone non sono stati sufficienti a convincere investitori che ora vedono il ciglio dell'abisso del settore immobiliare, sprofondato sotto una montagna di debiti. Il mancato rispetto di una scadenza obbligazionaria da parte di Country Garden ha sollevato molte preoccupazioni, alimentando l'attesa che la Banca centrale cinese continuerà il suo accomodamento monetario per evitare effetti più nefasti sull'economia.
Yuan: ecco cosa spiega la sua debolezza
Il mancato sollievo dello yuan dai segnali di ripresa economica si intreccia con ciò che verosimilmente sta determinando la sua debolezza, ovvero il divario di rendimento tra i titoli di Stato decennali cinesi e gli equivalenti americani. Tale distanza in questi giorni si è allargata a 220 punti base, massimo dal 2002. Nell'ultimo decennio, in media la differenza è stata di 120 punti base.
Il premio a termine delle obbligazioni statunitensi che ha raggiunto il top degli ultimi 16 anni è oggetto di dibattito tra gli economisti, che trovano difficile spiegare come faccia a essere così alto. Dalle discussioni se ne deduce che le preoccupazioni degli investitori sono principalmente due: la prima allude alla
politica monetaria della Federal Reserve, che probabilmente troverà un equilibrio con tassi permanentemente più alti rispetto a quanto accadeva solo fino a un paio di anni fa; la seconda riguarda il
costante aumento del deficit statale a stelle e strisce, che fa salire l'aspettativa di un'offerta obbligazionaria crescente nel tempo.
Se tutto ciò si mette in relazione al fatto che la PBoC dovrà mantenere una politica di sostegno all'economia, la spiegazione del divario di rendimenti tra USA e Cina è servita. Giocoforza, se gli investitori sono attratti da rendimenti su asset in dollari più allettanti rispetto a quelli in yuan, compreranno maggiormente la moneta americana rispetto a quella cinese.
È il momento di acquistare yuan?
Il punto chiave della questione è quanto sarà il divario nei prossimi mesi e quanto ciò influenzerà il cambio USD/CNY.
Secondo Wei Liang Chang, macro strategist di DBS Bank Ltd, "il divario si stabilizzerà quando l'economia statunitense inizierà a rallentare a causa dell'effetto ritardato dell'inasprimento della Fed". Per ora, "l'eccessiva volatilità dello yuan genera incertezza per gli investimenti", ha aggiunto.
Dello stesso avviso è Lemon Zhang, strategist di Barclays, secondo cui, nonostante il miglioramento dei dati economici, non è ancora il momento di comprare la valuta cinese. "In definitiva, quello che stiamo cercando è se l'effetto aggregato è sufficiente a sollevare la percezione del mercato sulla crescita della Cina e sulla fiducia delle imprese. Non ci siamo ancora", ha scritto.