Le quotazioni dell’oro tentano una ripresa, mentre gli operatori attendono i dati sull'inflazione USA che verranno diffusi alle ore 14:30. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è atteso in calo a settembre, dal 2,5% di agosto al 2,3% a/a e il dato "core" è visto stabile al 3,2% a/a.
Su base mensile, il CPI è pronosticato in lieve rallentamento al +0,1%, rispetto al +0,2% di agosto, mentre la misura depurata dalle componenti più volatili dovrebbe attestarsi allo 0,2%, dallo 0,3% del mese precedente. Se i dati dovessero risultare superiori alle aspettative degli analisti, i rendimenti dei Treasury potrebbero aumentare e questo è negativo per i prezzi del metallo giallo.
Al momento, le aspettative di ulteriori riduzioni dei tassi da parte della Fed nei prossimi mesi e le tensioni geopolitiche in Medio Oriente sono i due fattori chiave a sostegno dei prezzi dell'oro. I mercati vedono l'85% di possibilità di un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Banca centrale USA a novembre e un altro taglio della medesima entità nel meeting dicembre.
Secondo i verbali della riunione di settembre, una “maggioranza sostanziale” di funzionari della Fed si è espressa a favore di un allentamento della politica monetaria con un taglio dei tassi di mezzo punto, ma ha convenuto che un ulteriore riduzione dei tassi sarà guidata dai dati. Vediamo ora il quadro grafico dell’oro e come operare secondo l’analisi tecnica nel gran giorno dell'inflazione USA.
Materie prime, oro: analisi tecnica e strategie operative in attesa dell'inflazione USA
Le quotazioni dell’oro sono evidentemente impostate al rialzo, in particolare dai minimi registrati a inizio agosto in area 2.400 dollari l’oncia. Nelle ultime ottave i prezzi del metallo giallo hanno virato al ribasso dopo il test dell’area di resistenza a 2.700 dollari l’oncia, tornando in zona 2.630 dollari.
In questa zona di prezzi al momento transita la linea di tendenza ascendente che collega i minimi segnati ad agosto e settembre. Considerata la struttura grafica orientata al rialzo, segnali di forza in area 2.630-2.600 dollari l’oncia potrebbero permettere l’implementazione di strategie long in linea con il trend dominante.
Per quanto riguarda la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster - gli archi temporali selezionati mostrano una potenziale fase laterale-rialzista fino a metà dicembre, seguita da una potenziale fase di rialzo che potrebbe estendersi fino a fine febbraio.
A livello operativo, come già accennato precedentemente si potrebbero valutare strategie long da area 2.630-2.600 dollari l’oncia. Nel caso dovesse proseguire il recente movimento negativo, eventuali altre posizioni in acquisto potrebbero essere valutate sul sostegno a 2.570 dollari l’oncia. In entrambi i casi, l’obiettivo di profitto potrebbe essere posto in area 2.700 dollari l’oncia.
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