L'
oro si avvia a piccoli passi a ritestare il record storico di 2.968 dollari l'oncia (future aprile) registrato la scorsa settimana. Gli investitori stanno acquistando il metallo giallo per la sua
funzione caratteristica di bene rifugio, in quanto i piani sui dazi del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump stanno trasmettendo grande incertezza a livello economico, geopolitico e finanziario.
Il mercato è in allerta anche riguardo la politica monetaria della Federal Reserve. Domani saranno pubblicati i verbali della riunione di gennaio e gli operatori sono alla ricerca di indizi su come i responsabili politici della Banca centrale intendono affrontare il rischio crescente di una guerra commerciale. Il problema di un'instabilità generale compensa il fatto che i tassi di interesse probabilmente saranno tenuti alti ancora per un po' di tempo, almeno fino a quando l'inflazione non scenderà verso l'obiettivo del 2% e il quadro sulle tariffe non sarà chiaro e definitivo. Occorre ricordare che rendimenti più alti sul mercato non fanno il gioco dell'oro, essendo questo un asset non redditizio.
Nel frattempo, come riporta Kyle Rodda, analista dei mercati finanziari di Capital.com, le Banche centrali stanno effettuando acquisti significativi, mentre in Europa si registrano carenze perché c'è una corsa per portare l'oro fisico negli Stati Uniti in vista di possibili dazi.
Oro: il target per Goldman Sachs ora è a 3.100 dollari
Sulla scia del potente rally, Goldman Sachs ha alzato il suo obiettivo di fine anno per l'oro da 2.890 a 3.100 dollari l'oncia, citando gli acquisti delle Banche centrali e gli afflussi degli ETF garantiti da lingotti. "La domanda delle Banche centrali potrebbe essere in media di 50 tonnellate al mese, più di quanto previsto in precedenza", hanno detto gli analisti dell'istituto finanziario americano, che stimano un valore del metallo fino addirittura a 3.300 dollari "se l'incertezza sulla politica economica dovesse persistere".
Per questo, "ribadiamo la nostra raccomandazione di trading 'Go for Gold' e vediamo un significativo valore di copertura nelle posizioni lunghe sull'oro a causa di un potenziale aumento delle tensioni commerciali", hanno aggiunto.
Gli esperti sottolineano come gli istituti monetari che detengono grandi riserve di titoli di Stato USA potrebbero essere spinti ad acquistare più oro sui timori di inflazione e di rischi fiscali. Molto importante sarà il posizionamento della Fed. Se gli acquisti della Banca centrale americana saranno in media di 70 tonnellate al mese, i prezzi dell'oro potrebbero salire a 3.200 dollari l'oncia entro la fine del 2025, affermano gli analisti di Goldman. Qualora invece dovesse mantenere i tassi di interesse stabili, le aspettative sono per una quotazione del metallo prezioso di 3.060 dollari nello stesso periodo, hanno aggiunto.
Le stime riviste di Goldman comunque si affiancano a quelle rialziste di altre importanti banche, come Citigroup. Quest'ultima ha affermato agli inizi di febbraio che i prezzi dell'oro raggiungeranno quota 3.000 dollari entro tre mesi, a causa delle tensioni geopolitiche e delle guerre commerciali alimentate dai dazi di Trump.