Le quotazioni del
rame oggi hanno superato quota 9.800 dollari al London Metal Exchange, livello che non si vedeva da ottobre 2024. Gli acquisti sono stati motivati dalla
corsa degli investitori ad accaparrarsi il metallo negli Stati Uniti dopo che il presidente USA
Donald Trump ha ordinato un'indagine sulle importazioni.
Gli operatori temono che l'inchiesta possa tradursi in un'applicazione di dazi come avvenuto per acciaio e alluminio. Il tycoon ha già espresso la sua volontà di imporre tariffe anche sul rame, ma ha ricevuto l'altolà dal Dipartimento del Commercio statunitense che deve prima condurre un'indagine per vedere se è il caso di raccomandare una stretta.
Finora i prezzi dei metalli industriali si sono mostrati resilienti nonostante i crescenti timori per una recessione negli Stati Uniti. Il rame è una materia prima che segue l'andamento dell'economia globale, visto il grande utilizzo a livello industriale. Negli ultimi anni si è riscontrata una carenza dell'offerta rispetto a una domanda in costante crescita.
Il deficit è stato motivato dalla reticenza dei grandi gruppi minerari a investire nell'esplorazione del metallo rosso, in quanto ritenuta troppo costosa e incerta. Piuttosto hanno preferito tentare la via dell'acquisizione per espandersi, ma ciò non aumenta l'offerta, semmai la trasferisce.
A maggio 2024 i futures sul rame a Londra hanno raggiunto il massimo storico di 10.925 dollari, salvo poi ritracciare fino a 8.761 dollari verso la fine dello scorso anno. Da lì sono ripartiti segnando tre mesi consecutivi di rialzi.
Rame: Citi punta a quota 10.000 dollari
Gli analisti di Citigroup sono convinti che il prezzo del rame raggiungerà quota 10.000 dollari entro i prossimi tre mesi. Secondo il loro punto di vista, fino a quando non ci sarà chiarezza sugli eventuali dazi statunitensi, il mercato globale rimarrà contratto.
"Riteniamo che l'inasprimento del mercato fisico ex-USA probabilmente persisterà fino a maggio/giugno, compensando temporaneamente i venti contrari dei prezzi derivanti da annunci tariffari statunitensi più ampi", hanno scritto gli esperti della grande banca americana.
La posizione di oggi di Citi è diversa da quella sua precedente quando vedeva le quotazioni del metallo a 8.500 dollari a tonnellata nel secondo trimestre 2025. Tuttavia, la banca ritiene che ci sarà un calo dei prezzi con l'avvicinarsi dell'attuazione dei dazi americani sul rame, in quanto "la domanda di importazioni negli Stati Uniti indotta dalle tariffe crollerà".