Nonostante la ripresa registrata a giugno, il prezzo del rame ha chiuso la prima metà del 2023 con un calo complessivo dell'1,4% a 3,75 dollari alla libbra (-4,6% tra gennaio e maggio).
Il rame è un metallo che nel tempo ha visto aumentare la sua importanza nelle applicazioni industriali, anche e soprattutto alla luce del boom dell'energia rinnovabile. Grazie alla sua capacità di condurre elettricità, il trasferimento di energia può essere effettuato in maniera efficiente con la riduzione ai minimi termini delle perdite di potenza. Inoltre, il rame riesce a essere estremamente duttile e malleabile, il che lo rende un materiale di difficile sostituzione.
La richiesta aumenta durante le fasi di espansione economica in quanto viene messa in moto tutta l'attività industriale. Quest'anno però il metallo rosso ha dovuto subire almeno due venti contrari. Il primo proveniente dalla Cina, il più grande consumatore di rame al mondo. Dopo le chiusure del 2022 a causa del Covid-19, tutti quanti si aspettavano un grande balzo dell'economia cinese con la riapertura delle attività produttive. Balzo che ancora non c'è stato e questo inevitabilmente ha finito per influire sulla domanda di rame.
Un altro fattore sfavorevole ha riguardato le
aspettative di recessione negli Stati Uniti. Con la sfilza di aumenti dei tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve, è stato dato per scontato che nel 2023 ci sarebbe stata una contrazione dell'economia a stelle e strisce. Per il momento questo non si è verificato, ma nella storia è successo altre volte che dopo le strette della Fed la recessione è arrivata a scoppio ritardato.
Rame: ecco le ragioni per investire
Il rame comunque è stato resiliente e davanti ha delle prospettive interessanti. Stando alle proiezioni del governo,
la Cina quest'anno dovrebbe crescere del 5,6%, registrando un salto notevole rispetto alla crescita anemica del 3% dello scorso anno. Per raggiungere l'obiettivo, la
People's Bank of China sta attuando misure di stimolo per rilanciare l'economia.
Gli Stati Uniti potrebbero trovarsi di fronte a una recessione, magari verso la fine del 2023, ma questa potrebbe essere lieve senza intaccare più di tanto gli utili aziendali. Insomma, se l'economia delle due più grandi superpotenze mondiali regge, il rame potrebbe registrare un rally.
Nel lungo termine un driver rialzista potrebbe essere rappresentato dal mercato dei veicoli elettrici, il cui sviluppo avvierebbe un boom della domanda di rame. Infatti, le auto con motorizzazioni elettriche richiedono una quantità della materia prima almeno tripla rispetto a quella necessaria per le auto endotermiche. Secondo le stime elaborate dall'Agenzia Internazionale dell'Energia, già questo sarebbe in grado di incrementare la domanda a oltre 28 milioni di tonnellate entro il 2030.
Rame: un'azione per capitalizzare il rally
Una delle grandi società che potrebbero sfruttare un eventuale rally del rame è il colosso americano delle materie prime Freeport McMoRan, le cui vendite sono determinate per il 75% dal metallo rosso. Le azioni della società con sede a Phoenix, Arizona, seguono fedelmente l'andamento del rame. Quest'ultimo ha più che raddoppiato il suo valore dai primi giorni della pandemia a marzo 2022, quando l'Occidente ha imposto le sanzioni alla Russia per l'invasione all'Ucraina. Nello stesso periodo, il titolo Freeport ha intrapreso un rally portentoso che l'ha portato a guadagnare oltre l'800%.
Quindi, se il rame ora dovesse tornare a salire, Freeport potrebbe seguire a ruota, ancor più che rispetto ai competitor ha un bilancio più solido. Nel primo semestre le azioni hanno realizzato una performance del 5,26% a 40 dollari, sottoperformando il resto del mercato.
Gli analisti però vedono il prezzo più in alto. Sam Crittenden di RBC Capital Markets ha un obiettivo di prezzo di 50 dollari sul titolo, il che riflette un rialzo del 25%. Mentre a giudizio di Matthew Tuttle, Chief investment officer di Tuttle Capital Management, con il rame che potrebbe raggiungere i 5 dollari entro il prossimo anno, Freeport arriverebbe a 47 dollari. Si spinge ben oltre Mike Dudas, analista di Vertical Research Partners, secondo cui è in corso un ciclo del rame a lungo termine che porterà le quotazioni di Freeport a 57 dollari.