Poco prima del giro di boa a Dublino le azioni Ryanair segnano un calo del 15,7% a 13,87 euro. Il sell off è riconducibile alla pubblicazione dei numeri del trimestre aprile-giugno ed al warning sui conti del trimestre corrente.
Il vettore irlandese ha annunciato di aver chiuso il primo trimestre 2025 con un utile netto in riduzione del 46% a 360 milioni di euro, decisamente al di sotto dei 538 milioni stimati dagli analisti. Segno meno, ma decisamente più contenuto, per il giro d’affari, arretrato di un punto percentuale a 3,63 miliardi di euro. Per singolo passeggero, i ricavi sono scesi del 10% mentre la tariffa media ha segnato un -15%.
Oltre a mancare le stime degli analisti, il Ceo Michael O’Leary ha fatto sapere che nel trimestre corrente (il secondo dell’esercizio fiscale 2025), “i prezzi si confermano più bassi di quanto ci aspettassimo e stimiamo che le tariffe per il Q2 siano sostanzialmente inferiori a quelle dell'estate scorsa (in precedenza si prevedeva un aumento modesto o piatto)”.
“È ancora troppo presto - riporta la nota della società - per fornire indicazioni significative sul PAT (Pre-Exceptional Items, al netto delle componenti eccezionali, ndr) dell'esercizio 25, anche se speriamo di poterlo fare in occasione dei risultati del primo semestre a novembre. Il risultato finale dell'esercizio FY25 potrebbe essere influenzato da sviluppi negativi nel corso dell'esercizio stesso (in particolare a causa dei continui conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, della ripetuta riduzione del personale ATC - Air Traffic Control, ndr - e delle restrizioni di capacità, o di ulteriori ritardi nelle consegne di Boeing)".
Nell’esercizio conclusosi a marzo, l’utile netto ha evidenziato un +34% portandosi a 1,92 miliardi di euro. Per la società si tratta di un nuovo record (il precedente era stato segnato nel 2018 a 1,45 miliardi).
Azioni Ryanair: analisi tecnica e strategie operative
Nel pre-market di Wall Street le ADR delle azioni Ryanair passano di mano sotto la soglia psicologica dei 100 dollari, con quei 98,5 dollari che non si vedevano dal 6 novembre scorso. Andiamo dunque a vedere il quadro tecnico e l’operatività possibile.
I ribassi odierni impattano significativamente sulla struttura tecnica di medio e di lungo. In particolar modo le quotazioni hanno violato al ribasso i supporti statici posti nell’intorno dei 111 dollari. Il pesante gap ribassista ha inoltre fatto scivolare i corsi sotto i supporti dinamici di medio termine espressi sul daily chart dalla trendline rialzista ottenuta con i minimi crescenti del 12 ottobre 2022 e del 26 ottobre 2023. La linea di tendenza transitava in prossimità dei 110 dollari ad azione.
In questo contesto, determinante nel breve diventa la tenuta dei supporti statici posti a 86-87 dollari. Si tratta dei minimi del marzo e ottobre 2023. Fu proprio da quest’area che nell’autunno scorso iniziò il movimento ascendente culminato con i massimi storici di inizio aprile a 150,73 dollari.
Da un punto di vista operativo, se strategie short possono essere pensate in caso di rimbalzi in prossimità dei 112,75 dollari, con stop in quel caso sopra i 127 dollari, i profondi ribassi di oggi portano a privilegiare ingressi tattici in acquisto in caso di prosecuzione delle vendite che portino le quotazioni sui supporti di cui sopra. Ecco dunque che ingressi in acquisto a 87,40 dollari, con stop a 85,70 dollari, avrebbero target dapprima a 97,50 dollari e successivamente a 111,50 dollari.
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