Riprenderà il rally dell'indice
S&P 500 a Wall Street? È una domanda che si stanno facendo in molti dopo che il benchmark ha avuto una reazione dal minimo di poco oltre 5.500 punti toccato il 13 marzo. La Borsa americana era entrata in un territorio di correzione dal massimo storico di 6.147 punti di febbraio perché i dazi del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump hanno istillato nella mente degli investitori serie preoccupazioni di una recessione.
Quest'anno l'S&P 500 è in calo di 3,64 punti percentuali dopo che la spinta delle grandi aziende tecnologiche si è affievolita. La startup cinese
DeepSeek ha mosso dubbi che le grandi spese per l'intelligenza artificiale rischiano di rivelarsi improduttive.
Se così fosse, sarebbero in pericolo non solo i guadagni delle Big Tech che hanno investito come Microsoft, Alphabet, Amazon e Meta Platforms, ma anche del colosso dei chip Nvidia a cui fanno riferimento le megacap per alimentare i loro modelli di intelligenza artificiale. L'aspettativa che i profitti nei prossimi trimestri non saranno ai livelli del passato è un tema che rende nervoso il mercato, specialmente se tutto quanto viene rapportato alle valutazioni elevate finora delle azioni.
Wall Street: per Morgan Stanley pronto il rimbalzo di lungo termine
Il calo delle quotazioni a Wall Street è stato accompagnato dalla debolezza del dollaro USA. In teoria, il biglietto verde dovrebbe essere comprato, perché i dazi americani favoriscono l'insorgere dell'inflazione negli Stati Uniti costringendo la Federal Reserve a tenere alti i tassi di interesse. In realtà, nel mercato prevale il concetto che la guerra commerciale in atto, attraverso la recessione USA che ne deriva, innescherà una reazione accomodante della Banca centrale, che a quel punto accelererà il taglio del costo del denaro.
La debolezza del dollaro, comunque, si rivelerà positiva per le azioni statunitensi, rilevano gli strategist di Morgan Stanley, in quanto "spingerà i capitali verso gli Stati Uniti". Secondo un sondaggio realizzato da Bank of America a marzo, le partecipazioni in azioni statunitensi sono state ridotte al livello massimo mai registrato, con una rotazione verso le controparti europee.
Tale rotazione però sta per finire, a giudizio del team guidato da Michael Wilson. "Uno dei motivi per cui abbiamo visto la rotazione dei capitali verso i mercati internazionali è che le azioni di alta qualità del mercato azionario statunitense hanno iniziato a sottoperformare. Quindi, se questo gruppo riacquista forza relativa, potremmo vedere una rotazione verso gli Stati Uniti", hanno detto gli strategist.
Il recente rimbalzo di Wall Street è stato sostenuto dai titoli di "qualità inferiore e beta più elevato", hanno osservato gli esperti della banca americana. Ora, però, gli esperti suggeriscono di detenere "azioni di qualità superiore per beneficiare di un miglioramento delle prospettive a medio termine". In definitiva, a loro avviso, l'S&P 500 terrà "un rally da circa 5.500 punti", grazie a "indicatori di momentum di ipervenduto, performance stagionale più forte e flussi di fine trimestre, anche se la volatilità probabilmente persisterà".