La stagione delle trimestrali si è aperta con più luci che ombre fino a questo momento. Negli Stati Uniti,
le grandi banche hanno riportato risultati migliori delle aspettative grazie alla resilienza della redditività netta degli interessi - nonostante i tagli dei tassi di 100 punti base complessivi eseguiti dalla
Federal Reserve a partire dallo scorso settembre - e al rilancio dell'investment banking dopo due anni sottotono.
Hanno deluso, invece, le anticipazioni di Eli Lilly sui ricavi, il che lancia un segnale negativo per la trimestrale che verrà rilasciata il 6 febbraio. Nel complesso, secondo i dati compilati da Bloomberg Intelligence, fino ad ora la crescita degli utili è stata migliore del previsto del 7,7%.
Anche l'Europa ha visto successi e fallimenti in questa prima fase. Nell'elenco delle trimestrali di successo va inserita quella di Richemont, il marchio del lusso svizzero che ha registrato vendite stellari nell'ultima parte dell'anno. Ciò potrebbe essere di buon auspicio per un settore che ha sofferto molto negli ultimi anni a causa del rallentamento della domanda cinese e americana. Ora si attendono conferme da parte di altri giganti come LVMH, Hermés e Dior. Hanno profondamente deluso le indicazioni di BP in vista dei conti dell'11 febbraio. L'azienda energetica ha lanciato un profit warning la scorsa settimana a causa del calo dei margini di produzione.
Trimestrali: meglio puntare su Wall Street
Per il resto della stagione delle trimestrali, c'è più ottimismo sulle aziende europee rispetto a quelle americane. Come riporta Mislav Matejka, strategist di JP Morgan Chase, gli analisti prevedono una crescita del 3% degli utili a Wall Street nel quarto trimestre 2024, a fronte della stima di un aumento del 5% in Europa per i ciclici e del 9% per i difensivi. Tutto ciò, però, secondo l'esperto rischia di essere una trappola per l'Europa, in quanto alza l'asticella e aumenta la probabilità di delusioni. Al contrario, potrebbe dare luogo a una sorpresa positiva per gli Stati Uniti, che parte da una base più contenuta.
"Gli analisti hanno ridotto le loro proiezioni in modo significativo per le società dell'S&P 500 all'inizio della stagione, nonostante l'economia mostri una crescita resiliente", ha detto Matejka. "Nel frattempo, le aspettative in Europa per le azioni cicliche e difensive sono state fissate a un livello più incisivo e potrebbero essere più difficili da soddisfare per le aziende". Questo mette il Vecchio Continente più a rischio, "soprattutto se si confronta il ritmo dello slancio dell'attività", ha aggiunto l'esperto.
Quali effetti in Borsa
La stagione delle trimestrali potrebbe impattare notevolmente sulle quotazioni in Borsa. Lo scorso anno l'indice Stoxx 600 ha sottoperformato di oltre 17 punti percentuali rispetto all'S&P 500, registrando il ritardo più pronunciato dal 1998, quando è stato creato il benchmark rappresentativo delle 600 società europee più capitalizzate. La divergenza è stata caratterizzata dalla straordinaria forza dell'economia americana di fronte alle difficoltà di quella europea, alle prese con la crisi di Germania e Francia che costituiscono il cuore pulsante della regione.
Quest'anno le trimestrali giocheranno un ruolo importante anche perché legate inevitabilmente alle decisioni di politica economica del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Oggi, il magnate 78 enne si insedierà alla Casa Bianca e potrebbe emanare già da subito oltre 100 ordini esecutivi. Tra questi, potrebbero figurare dazi generalizzati che colpiscono anche l'Europa.
Le performance in Borsa delle azioni europee dipenderanno anche dall'andamento dell'economia cinese, ancora intrecciata con quella del Vecchio Continente. "Una prospettiva impegnativa per i titoli esposti alla ripresa irregolare della Cina manterrà gli utili europei in ritardo rispetto agli Stati Uniti per tutto il 2025", ha detto Matejka di JPMorgan.