Wall Street: il peggiore trimestre dal 1988 | Investire.biz

Wall Street: il peggiore trimestre dal 1988

31 mar 2025 - 15:03

31 mar 2025 - 15:10

Rispetto agli altri mercati azionari, Wall Street potrebbe terminare il peggiore trimestre da quasi 40 anni. Ecco perché gli investitori non comprano il calo

Nel confronto con le altre Borse mondiali, Wall Street sta per chiudere il suo peggiore trimestre da circa quattro decenni. Quest'anno, lo S&P 500 ha perso il 5,11%, a fronte di un guadagno del 6,5% dell'indice MSCI All Country World. Bisogna risalire al 1988 per vedere un divario così ampio (dati Bloomberg).
 
A guidare la debacle del mercato azionario americano i grandi titoli tecnologici, che per molti anni invece sono stati i principali protagonisti del rally prodigioso degli indici statunitensi. Se si considerano infatti la versione equal-weight dell'S&P 500 - ossia dove tutti i componenti hanno lo stesso peso - e il Dow Jones Industrial Average (di limitato contenuto tech), si può vedere una performance migliore rispetto al classico S&P 500. Questa combinazione si è verificata solo il 26% delle volte dal 1990.
 
I numeri riportati da Bloomberg devono far pensare perché richiamano a una statistica poco incoraggiante. Negli ultimi 35 anni, nel 70% dei casi Wall Street ha realizzato migliori performance rispetto al resto del mondo e in sei casi ha sottoperformato di oltre il 2,8% a metà febbraio. Tuttavia, quando quest'ultima circostanza si è verificata, il ritardo è stato portato avanti fino alla fine dell'anno.
 
 

Wall Street: gli investitori spaventati da Trump

Le azioni americane stanno soffrendo oltremodo la politica commerciale del presidente USA Donald Trump. Dal 2 aprile entreranno in vigore dazi che colpiranno i Paesi di tutto il mondo. Le auto di produzione estera che entrano nel territorio americano saranno assoggettate a prelievi del 25%, mentre per Canada e Messico scadrà il congelamento delle tariffe della stessa misura su tutti i beni che esportano negli Stati Uniti.
 
Lo stesso giorno scatteranno anche i dazi reciproci sulle nazioni che a loro volta hanno imposto tariffe agli USA. Tutto ciò si aggiungerà alle imposizioni del 25% su acciaio e alluminio per tutti, nonché a quelle del 20% sul "made in China". 
 
Insomma, una carneficina che potrebbe avere impatti dolorosi sull'economia globale e, secondo gli investitori, soprattutto su quella americana. Anzi, in realtà, negli Stati Uniti ci sarebbe anche il pericolo del ritorno dell'inflazione, il che fa presagire uno scenario addirittura di stagflazione.
 
Il mercato è anche preoccupato per gli sviluppi che stanno avendo i trattati di pace in Ucraina. Questo fine settimana Trump si è detto adirato nei confronti del presidente russo Vladimir Putin in merito alla sua insistenza di far fuori politicamente la controparte ucraina Volodymyr Zelensky e far indire nuove elezioni come condizione per un cessate il fuoco. A questo punto, anche una tregua si allontana, aggiungendo ulteriore incertezza agli investitori che credevano in una risoluzione meno difficile.
 
 

Quando comprare il calo?

In altre occasioni, gli operatori di mercato si sarebbero tuffati per comprare il calo a Wall Street sulla convinzione che il rally sarebbe ripartito. Ora invece domina la paura, il che rende difficile trovare un punto di ingresso interessante. "Siamo impantanati nell'incertezza", ha detto Mary Ann Bartels, Chief investment strategist di Sanctuary Wealth. "Non abbiamo fiducia che le azioni statunitensi possano riprendersi in modo significativo fino a quando non sapremo quali sono esattamente i dazi e il conseguente impatto sugli utili aziendali".
 
Alcuni intanto hanno abbassato le stime sull'indice S&P 500. Tra questi, David Kostin, strategist di Goldman Sachs, che ha tagliato il suo obiettivo per la seconda volta già questo mese. Ora l'esperto vede l'indice chiudere a 5.700 punti nel 2025, rispetto alla stima dell'11 marzo di 6.200 punti, che peraltro aveva abbassato da 6.500. Se le prospettive di crescita e la fiducia degli investitori si deteriorano ulteriormente, le valutazioni potrebbero diminuire molto più del previsto", ha scritto Kostin in una nota. "Continuiamo a consigliare agli investitori di prestare attenzione a un miglioramento delle prospettive di crescita, a un'ulteriore asimmetria nei prezzi di mercato o a un posizionamento depresso prima di tentare di negoziare un minimo di mercato".
 
Anche gli strategist di Barclays hanno rivisto al ribasso l'obiettivo per l'S&P 500, portandolo da 6.600 a 5.900 punti, a causa delle mosse di Trump sui dazi che avrebbero spaventato gli investitori. "Il nostro scenario di base presuppone che gli utili subiscano un duro colpo. Le valutazioni si riprenderanno solo gradualmente con l'introduzione di alcune tariffe, che soffocano la crescita e aumentano modestamente l'inflazione". Tuttavia, tutto "terminerà prima di spingere gli Stati Uniti in una vera e propria recessione", ha aggiunto il team guidato da Venu Krishna.
 
 
 
 

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