Da tre mesi le quotazioni di Bitcoin oscillano per lo più tra 60.000 e 70.000 dollari, con alcuni brevi sprint oltre i livelli che delimitano l'intervallo. La sensazione è che la principale criptovaluta stia scaldando i motori per prendere una direzione ben precisa.
Quest'anno il prezzo è salito di oltre il 50%, trainato da
due grandi catalizzatori: l'approvazione dei primi ETF spot su Bitcoin da parte della
Securities and Exchange Commission USA l'11 gennaio e l'halving tenutosi ad aprile che ha comportato il dimezzamento dell'estrazione di monete. A rafforzare il quadro rialzista recentemente è arrivata la
prima forma di regolamentazione dagli Stati Uniti attraverso il
FIT21, ovvero il disegno di legge approvato dalla Camera che ha definito i ruoli della SEC e della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) in ambito regolamentare.
Negli ultimi giorni, una notizia che ha fatto balzare momentaneamente le quotazioni è stata la mossa di MicroStrategy - la società che detiene più BTC al mondo - con cui l'azienda ha immesso nel suo portafoglio altri 11.931 Bitcoin a un prezzo medio di 65.883 dollari, per un esborso totale di circa 786 milioni di dollari. Ora la società guidata da Michael Saylor ha portato il suo bottino a 226.331 BTC a un costo medio di 36.798 dollari, per un controvalore complessivo di circa 8,33 miliardi di dollari.
Bitcoin: ecco dove potrà arrivare il prezzo
Ancora Bitcoin fa discutere tra gli analisti e gli investitori. C'è chi lo ritiene ormai un asset riconosciuto e "istituzionalizzato" al punto da rappresentare un riferimento per il futuro in tema di pagamenti, transazioni e investimenti. C'è viceversa che lo rigetta, considerandolo un'attività priva di valore intrinseco.
Della prima categoria fa parte la banca privata tedesca Bernstein, che ha appena alzato il suo target price su Bitcoin per il 2025 da 150.000 a 200.000 dollari. L'analista dell'istituto finanziario Gautan Chhugani ha affermato che "gli ETF su Bitcoin sono in procinto di essere approvati dalle principali società finanziarie e dalle grandi piattaforme di banche private nel terzo/quarto trimestre".
Questo significa che la criptovaluta è diventata maggiormente istituzionalizzata. "Il commercio di base istituzionale sembra il 'cavallo di Troia' per l'adozione, e questi investitori stanno valutando posizioni net long", ha detto.
L'esperto riporta come attualmente quasi l'80% dei flussi di ETF Bitcoin spot provenga da investitori retail tramite piattaforme di trading, mentre "le integrazioni istituzionali con le società di intermediazione sono ancora in fase di gestazione". Con una maggiore adozione futura degli istituzionali, gli ETF sono destinati a crescere rispetto ai Bitcoin in circolazione - sottolinea Chuggani - passando dal 4% del momento al 7% nel 2025 e al 15% entro il 2033.
Le previsioni di Bernstein si spingono ancora più avanti del 2025. Secondo la banca, Bitcoin potrà arrivare a un valore di 500.000 dollari entro il 2029 e addirittura a 1.000.000 di dollari entro il 2033. "Nonostante il suo rally, il Bitcoin si trova ancora in una fase iniziale del ciclo e lo riteniamo interessante", ha affermato.