Il Petrolio WTI ha perso quasi il 10% dai massimi di aprile ed oltre il 6% negli ultimi quattro giorni di contrattazione. Questi ribassi però potrebbero rappresentare un'ottima occasione per valutare dei piazzamenti rialzisti sull'oro nero. Scopriamo perchè!
Petrolio WTI: cosa dice la stagionalità
Essendo il petrolio una materia prima molto ciclica che si basa fortemente sulla differenza tra domanda ed offerta, esistono dei periodi ben precisi dell'anno durante i quali è molto probabile dal punto di vista statistico ottenere dei movimenti ben definiti.
Per l'analisi stagionale utilizzeremo lo strumento Forecaster Terminal che ci indica precisamente qual è il periodo migliore per fare trading sul petrolio. Dal grafico qui in alto abbiamo selezionato un preciso periodo temporale, 2-15 maggio, nel quale otteniamo un trend palesemente rialzista negli ultimi cinque, sette e dieci anni.
Andando più nel dettaglio, il Forecaster ci mostra esattamente le statistiche di win rate e di ritorno medio dei cicli annuali citati in precedenza. Notiamo che il win rate è spaventosamente a vantaggio dei long nel 100% dei casi degli ultimi dieci anni, con un ritorno medio che oscilla tra 8,3% e 13,3%. Insomma, le statistiche parlano chiaro e non possiamo non valutare delle operazioni rialziste sull'oro nero.
Trading sul Petrolio WTI: i livelli operativi
Avendo visto che la stagionalità è nettamente a favore dei long, ci manca di analizzare il prezzo dal punto di vista tecnico e capire se è un buon momento per entrare in posizione.
Per i livelli operativi faremo riferimento allo strumento "WTI SPOT" offerto dal broker Trive che ci permette di fare trading sul petrolio senza doverci preoccupare della scadenza del contratto futures che, per operatività di medio-lungo periodo, è un'ottima soluzione.
Il grafico parla chiaro, il petrolio ha subìto un duro colpo nelle ultime settimane, perdendo quasi il 10% dai massimi di aprile e oltre 6 punti percentuali soltanto negli ultimi 4 giorni. Questo movimento però non deve sorprenderci perchè gli ultimi rialzi erano stati veicolati quasi esclusivamente da un possibile inasprimento delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente che, per fortuna, pare siano rientrate almeno per il momento.
Come detto anche in precedenza negli scorsi articoli, la situazione delle scorte dell'oro nero continua ad essere preoccupante in quanto a scarsità, per cui la visione di fondo resta rialzista ed ogni ribasso è da considerarsi un'ottima occasione di acquisto. In particolar modo abbiamo individuato due zone chiave. Il range tra 78,5$ e 77,5$ testato proprio in chiusura di ieri ed il range tra 76$ e 74$, ultima zona fondamentale prima del supporto annuale a 71,5$ e dintorni.
Ripartiremo quindi il nostro ingresso in due tranche, in ciascuna delle aree segnalate in precedenza con uno stop loss quasi obbligatorio sotto il minimo di febbraio a 71$ al barile. Il tagret è stato deciso su base stagionale e piazzato a 84,5$, prendendo la media degli ultimi dieci anni (+8% dai prezzi attuali).