Sembrerebbe che gli operatori si siano ormai abituati all’idea che Fed e BCE nel corso delle riunioni di marzo non ridurranno il costo del denaro. Grande merito va ai risultati arrivati da conti trimestrali sostanzialmente positivi: negli Stati Uniti a monopolizzare il dibattito è l’entusiasmo che circonda la “new wave” dell’intelligenza artificiale mentre in Europa buone nuove sono arrivate dai titoli legati al lusso e da quelli del comparto bancario.
Inoltre, ma questo vale in particolar modo per la prima economia, le indicazioni che arrivano dall’economia reale stanno dipingendo un quadro particolarmente solido che, per ora, rende difficile immaginare un brusco atterraggio dell’economia.
In un simile contesto gli operatori stanno iniziando a metabolizzare l’ipotesi di tassi fermi nel primo semestre anche perchè è ormai evidente che l’ultimo miglio per riportare, in maniera stabile, l’inflazione verso il fatidico obiettivo del 2% sarà probabilmente lungo. A favore di questa apparente tranquillità c’è anche l’idea che nel caso delle questioni monetarie si salga utilizzando le scale ma per scendere sia possibile utilizzare anche l’ascensore.
A riprova di questa view ci sono le performance della scorsa settimana in Europa e Stati Uniti, dove a fare scalpore è stato il breakout della fatidica soglia dei 5mila punti da parte dello S&P 500.
Economia USA sotto i riflettori
In assenza di dati in arrivo dalla Cina, il Dragone è alle prese coi festeggiamenti in occasione del Capodanno, quella che inizia oggi sarà una settimana particolarmente importante per l’economia USA. Domani i riflettori saranno puntati sull’indice che misura l’andamento dell’inflazione mentre venerdì sarà la volta dei prezzi alla produzione: anche se al momento il CME FedWatch Tool stima con una probabilità di oltre 80 punti percentuali che i tassi resteranno al livello attuale nel meeting di marzo, indicazioni sotto le stime potrebbero far cambiare idea alla banca centrale guidata da Jerome Powell.
Per la stessa ragione, giovedì gli operatori seguiranno con particolare attenzione l’andamento delle vendite al dettaglio e della produzione industriale che, se dovessero evidenziare difficoltà, rappresenterebbero un assist per quei membri della Banca centrale USA favorevoli ad un allentamento delle condizioni monetarie.
Per quanto riguarda la Zona Euro, domani sarà la volta dell’indice ZEW (quello che misura il sentiment degli investitori istituzionali tedeschi), mercoledì dei dati sulla crescita dell’economia e sull’andamento della produzione industriale e giovedì focus sull’indicatore che misura l’andamento della bilancia commerciale.
Ma non solo appuntamenti macroeconomici: dopo l’abbuffata di trimestrali bancarie, a Piazza Affari nel corso dell’ottava ad alzare il velo sui conti del quarto trimestre e dell’intero 2023 saranno big del calibro di Telecom Italia, Eni, Stellantis e Unipol.
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