In attesa delle riunioni di Fed e BCE delle prossime settimane, il mercato nel corso della passata ottava ha preso nota di un insieme di informazioni che potrebbero far propendere per una visione meno “hawkish” dei banchieri centrali.
Dopo le parole di Jerome Powell in occasione del simposio di Jackson Hole, i dati del mercato del lavoro a stelle e strisce lasciano più libertà al numero uno della Fed. La contestuale crescita della disoccupazione, rilevata ad agosto all’3,8% dal precedente 3,5%, e l’incremento del salario orario medio inferiore alle aspettative del mercato (+0,2% ad agosto contro stime di +0,3%) sono due fattori che potrebbero spingere la Fed ad avere un atteggiamento più morbido nel meeting di settembre.
In Europa a sorprendere sono state le diverse rilevazioni nazionali sul fronte dell’incremento del costo della vita. Vedendo i dati aggregati dell’area euro, quello che emerge tuttavia è che la Banca Centrale Europea potrebbe anche non alzare il costo del denaro a settembre. In un contesto di rallentamento economico, l’inflazione si è infatti mantenuta elevata prevalentemente per l’incremento della componente energetica. Quella core invece ha mostrato un rallentamento, attestandosi ad agosto al 5,3% dal 5,5% di luglio.
Dati macro e G20 in focus
Dopo un inizio di settimana sottotono a causa della chiusura dei mercati statunitensi per il Labor Day, domani la settimana entrerà nel vivo con la pubblicazione dei numeri sull’andamento dei prezzi alla produzione di Eurolandia, che dovrebbero confermare la parabola discendente passando dal -3,4% al -7,8% (il dato mensile è stimato al -0,7%, dal -0,4% di giugno).
Sempre per quanto riguarda la Zona Euro, mercoledì sarà la volta delle vendite al dettaglio, viste in rosso dello 0,3% mensile. Giovedì focus sull’accoppiata formata da Cina e Germania che, anche se distanti geograficamente, sono particolarmente legate sotto il profilo economico: la prima presenterà l’aggiornamento relativo l’avanzo commerciale, atteso in lieve riduzione, mentre la seconda alzerà il velo sull’indice della produzione industriale, che anche a luglio è stimata in calo.
Nel corso dell’ottava sarà inoltre la volta dei meeting della Reserve Bank of Australia (martedì) e della Bank of Canada (mercoledì): in entrambi il tasso benchmark è visto stabile al 4,1% ed al 5%. Le decisioni potrebbero rappresentare il preludio di quanto faranno BCE (14/09) e Federal Reserve (20/09). A chiudere la settimana ci penseranno i dati cinesi sui prezzi alla produzione ed al consumo. Sabato, a New Delhi, inizia un G20 che già dalle premesse si preannuncia scoppiettante: a causa delle recenti tensioni sui confini, per la Cina dovrebbe partecipare il primo ministro Le Qiang, e non il presidente Xi Jinping.
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