Le trimestrali hanno continuato a tenere banco anche nel corso della scorsa ottava, sia sul fronte americano che su quello europeo. La tendenza in atto conferma un’assoluta selettività da parte degli investitori rispetto al set di dati pubblicato dalle diverse società. In alcuni casi sono scattate le vendite, copiose, anche a fronte di risultati solidi e brillanti.
A essere particolarmente penalizzate in tal senso sono state le Big Tech USA. Tra Tesla, Alphabet e Meta Platforms sono stati bruciati 200 miliardi di capitalizzazione dopo la diffusione dei conti. Chi ha brillato, sia da un punto di vista economico che di performance borsistica, è stata Amazon, che ha beneficiato dei risultati della divisione cloud.
In Europa l’ottava ha avuto come punto focale la riunione in cui la BCE ha confermato i tassi di interesse. Le parole di Lagarde hanno aperto alla possibilità che il picco sia stato ormai raggiunto: nonostante il mercato delle materie prime energetiche rappresenti una variabile da controllare con attenzione, la view debole per quanto riguarda l’economia europea per gli ultimi mesi del 2023 e per il 2024 permette di guardare con più favore i prossimi meeting. La reazione dei mercati obbligazionari, con una discesa dei rendimenti, è da leggere in chiave di allocazione da parte dei grandi investitori.
Agenda macroeconomica: la parola alla Fed
Archiviato il meeting della BCE, nella settimana che inizia oggi sono in calendario le riunioni dei board della Bank of Japan (martedì), della Federal Reserve (mercoledì) e della Bank of England (giovedì).
Le recenti indicazioni arrivate dall’inflazione potrebbero spingere l’istituto guidato da Kazuo Ueda ad avviare un percorso di normalizzazione mentre non sono attesi movimenti di rilievo a Washington e Londra, dove i rispettivi banchieri centrali dovrebbero confermare l’attuale impianto della politica monetaria (il FedWatch Tool del CME stima una conferma dei tassi sui Fed Funds al 99,5%).
L’istituto centrale europeo guarderà invece con particolare interesse alle indicazioni preliminari sull’andamento dei prezzi ad ottobre che arriveranno lunedì (Germania e Spagna) e martedì (Francia, Italia ed Eurozona).
Dati particolarmente importanti per capire lo stato di salute dell’economia cinese martedì giungeranno dalla diffusione degli indici PMI, quelli che misurano il sentiment dei direttori degli acquisti, del settore manifatturiero e dei servizi.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, martedì attenzione all’aggiornamento sul sentiment dei consumatori mentre mercoledì il saldo delle buste paga del settore privato calcolato dalla società ADP rappresenterà l’antipasto in vista dei dati ufficiali su tasso di disoccupazione e non-farm payrolls che, come di consueto, saranno diffusi il primo venerdì del mese. In chiusura di ottava, con una settimana di ritardo rispetto all’Europa, anche in Stati Uniti e Canada si passerà all’ora solare.
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