Durante la scorsa settimana, i riflettori sono stati rivolti al livello dei prezzi negli Stati Uniti. In particolare, a gennaio l’inflazione statunitense su base annuale si è attestata al 6,4% e al 5,6% nella misurazione core, che esclude le componenti più volatili. Sebbene la rilevazione dimostri una discesa su base sequenziale, le attese degli investitori sono state deluse, in quanto le previsioni erano rispettivamente per un 6,2% e un 5,5%. La resilienza dell’indice dei prezzi al consumo nella prima economia mondiale è stata mostrata anche dalle successive rilevazioni dell’indice dei prezzi alla produzione, cresciuto del 6% a/a (consensus al 5,4%).
Per quanto riguarda l’Europa invece, proseguono le indicazioni “da falco” dei vari esponenti della BCE. In particolare, Isabel Schnabel ha sottolineato che gli investitori starebbero sottovalutando la persistenza dell’inflazione e le misure necessarie per riportare la rilevazione sotto controllo. Inoltre, il picco del costo del denaro previsto dai mercati al 3,5% “potrebbe essere troppo ottimista”. Per quanto riguarda le materie prime focus sul petrolio, dove l’IEA ha alzato le stime sulla domanda globale di 2 milioni di barili al giorno portandole a 101,9 milioni di barili al giorno.
Mercati: il focus torna su Fed e trimestrali
Per l’ottava appena cominciata, uno dei principali focus sarà relativo alla stagione delle trimestrali. Guardando ai dati Bloomberg, in USA delle 1.452 società che al 17 febbraio hanno pubblicato i risultati, il 56% ha pubblicato ricavi oltre le attese degli analisti, mentre il 61,76% ha superato il consensus sugli utili. Per quello che invece riguarda l’Europa occidentale, delle 649 aziende ad aver reso noto i risultati del 4° trimestre 2022, il 58,16% ha superato il consensus sul fatturato e il 46,10% lo ha fatto per gli EPS. Tra i risultati da monitorare in questa settimana troviamo Walmart (21 febbraio), eBay, Nvidia (22 febbraio) e Booking (23 febbraio).
Per l’Italia saranno invece da osservare i risultati di Campari, Recordati (21 febbraio), Pirelli, Stellantis (22 febbraio) ed ENI (23 febbraio). Sul fronte dei dati macroeconomici, tra gli appuntamenti più importanti troviamo gli S&P Global PMI manifatturieri, dei servizi e compositi di Eurozona e Stati Uniti (attese per la misurazione composita di 50,6 e 47,5 punti).
Inoltre, il focus sarà sui verbali dell’ultima riunione del FOMC, i quali potrebbero offrire maggiore chiarezza sulle prossime intenzioni della Fed. Le stime per l’inflazione dell’Eurozona di gennaio (finale) sono per un incremento all’8,6% dal precedente 8,5%, mentre quelle per la seconda lettura del PIL USA sono per uno stabile 2,9%. Attenzione infine alle spese e i redditi personali in USA (gennaio), previsti entrambi in crescita dell’1%.
DISCLAIMER
Questo articolo è stato sponsorizzato dall'emittente o dall'intermediario menzionato. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Investire.biz non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.