L’inflazione e la sua evoluzione mese dopo mese, diventano fattori determinanti nella definizione dei rapporti di cambio tra Paesi diversi. L’evidenza la stiamo avendo ad esempio confrontando l’andamento del Dollaro americano rispetto al Franco svizzero.
Il dato sui prezzi al consumo statunitensi del mese di gennaio ha fatto scattare in alto in dollaro e in basso il franco a causa dei corrispondenti (ma di significato opposto) dati di inflazione svizzera.
Se il dato americano ha fatto vedere un rallentamento minore delle previsioni nella variazione dei prezzi al consumo di gennaio, con un 3% che rimane ancora di attualità e conseguente probabile rinvio a maggio se non addirittura oltre nel primo taglio dei tassi da parte della FED, l’inflazione elvetica a sorpresa ha rallentato a +1,3% nella versione headline di gennaio con il dato core a 1,2% rispetto al 1,6% previsto.
Due opposti risultati che ovviamente hanno inciso nell’andamento di rapporti di cambio che si muovono sull’onda anche delle aspettative legate ai differenziali di rendimento e alle mosse di politica monetaria future da parte delle rispettive banche centrali.
Forex: long EUR/CHF se lo USD/CHF dovesse strappare
La modifica nel paniere di beni e servizi che compongono l’indice di inflazione svizzera può spiegare in parte il fenomeno del dato di gennaio, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti. La Svizzera, grazie anche ad una valuta forte ed apprezzata dagli investitori, ha saputo riportare l’inflazione dentro la bottiglia dalla quale era pericolosamente uscita e questo sembra rimuovere ogni valido motivo a supporto della decisione della Swiss National Bank di tenere i tassi di interesse al 1,75% come oggi.
La SNB prevede inflazione all'1,8% alla fine del primo trimestre ma con questi dati la stima appare troppo pessimista e probabilmente verrà rivista nel meeting di marzo. Riunione durante la quale il mercato si aspetta già qualcosa. Un taglio nel costo del denaro che complessivamente per il 2024 dovrebbe essere di 75 punti base stimati già cominciando con una prima mossa a marzo.
Osservando il cambio USD/CHF ci rendiamo conto dell’importanza della soglia tecnica alla quale siamo arrivati oggi. A 0,885/0,89 passa la down trend line che guida il bear market dalla fine del 2022. Andare oltre questo livello aprirebbe porte decisamente negative per lo svizzero.
Lo stesso comportamento lo ravvisiamo su EUR/CHF anche se qui, a causa di un atteggiamento BCE che potrebbe non essere così dissimile nei tempi e nei modi da quello della SNB, siamo ancora in ritardo nel raggiungere una down trend line che passa da 0,96. Uno strappo di USD/CHF sopra i livelli sopra citati potrebbe però rendere consigliabile provare ad anticipare il long su EUR/CHF in vista di un 2024 meno favorevole al franco svizzero.