Il petrolio continua a ritoccare i massimi dell’anno superando anche quota 90 dollari al barile. Nonostante questo, la corona norvegese fatica a ritrovare forza e soprattutto contro dollaro americano torna a ridosso di livelli tecnici importanti. Una divergenza interessante da valutare e a certe condizioni sfruttare.
Alla base di una debolezza recente piuttosto marcata della NOK il dato di inflazione di agosto che ha dimostrato di rientrare più velocemente del previsto. I prezzi al consumo di agosto sono usciti a +4,8% contro il 5,4% atteso. Ancora numeri elevati, ma in rallentamento quanto a tasso di crescita, così come l’inflazione core al +6,3%, contro il +6,6% atteso. Siamo ai livelli più moderati di inflazione da marzo 2022 anche se ben al di sopra del target 2% fissato dalla banca centrale.
Nell’ultimo meeting di politica monetaria di agosto la Norges Bank aveva alzato di 25 punti base al 4% i tassi ufficiali, indicando come probabile un nuovo ritocco il 21 settembre. I recenti dati di inflazione sembrano aver messo in discussione queste certezze facendo perdere appeal alla NOK.
Al momento gli analisti prevedono comunque per domani un aumento dei tassi al 4,25% e un non evento abbatterebbe ancora di più il valore della NOK. La Norges Bank è solita rilasciare un percorso di operatività per il futuro e c’è curiosità per capire fino a dove si spingerà Oslo, soprattutto quando sarà il momento per ridurre il costo del denaro.
USD/NOK: con il superamento di area 10,90/11 riparte il bull market
Con le elevate quotazioni del petrolio è presumibile che i flussi in ingresso continueranno ad alimentare l’inflazione costringendo la Banca centrale a rimanere vigile in un Paese dove la disoccupazione è praticamente inesistente e il mercato immobiliare tarda a fornire segnali di contrazione. Osservando il grafico di USD/NOK comprendiamo molto bene la delicatezza del livello tecnico raggiunto per la corona.
Attorno a 10,75 convergono sia la up trend line violata a luglio e che ora il cambio sta cercando di scavalcare, e la neck line del testa e spalla ribassista che sempre a luglio aveva fornito un netto segnale bearish. Tutto da rifare per la NOK con la figura ribassista che verrebbe annullata sopra la spalla destra di 10,90; a quel punto il cambio sarebbe anche rientrato dentro al canalone rialzista.
USD/NOK ancora non è in ipercomprato e questo lascia pensare che la resistenza verrà sollecitata. In quella zona di prezzo la corona dovrà mostrare i muscoli e soprattutto riprendere quella sintonia perduta con il prezzo del petrolio.
Un superamento di area 10,90/11 aprirebbe le porte a una ripartenza del bull market, a quel punto definitiva, con il dollaro che si candiderebbe seriamente a essere la valuta prenditutto di fine 2023. Tatticamente USD/NOK su questi livelli di resistenze può comunque essere un trade short interessante con rigoroso stop sopra a 11 per giocare sulla chiusura del differenziale tassi USA-Norvegia.