Nuovi massimi per EurJpy che si avvicina a quota 160 e comincia a mettere nel mirino quello che potrebbe essere il vero obiettivo di un movimento di indebolimento cominciato ormai da parecchi mesi. Ma prima di vedere gli aspetti tecnici, cominciamo a capire perché lo yen giapponese non sia riuscito a guadagnare terreno in un contesto di mercati azionari non pimpanti. Fattore che avrebbe dovuto favorire i beni rifugio come lo yen.
Il differenziale dei tassi come spartiacque
I rendimenti americani sono tornati di nuovo sopra al 4% sulle scadenze decennali. L’economia a stelle e strisce e l’occupazione non rallentano; questo fa pensare ai mercati che il 3% di inflazione rimarrà un punto di minimo per diversi mesi ancora. E la FED di fronte ad uno scenario di questo tipo non abbandonerà facilmente il sentiero di aumento dei tassi intrapreso. Questo sposta a favore di altre divise, come dollaro e euro, il differenziale tassi rispetto alla divisa nipponica. Nonostante un aumento della banda di oscillazione consentito dalla BOJ.
I dati giapponesi sono un’altra causa importante del ribasso recente dello yen. I prezzi alla produzione giapponesi sono infatti saliti a luglio meno delle attese (3,6% contro il 4,1% in giugno), allontanando l’ipotesi di interventi sui tassi da parte di una BOJ che continua a ribadire che il fenomeno inflazionistico è temporaneo. Per i prezzi alla produzione siamo ai minimi da marzo 2021 e questo appare un buon viatico per quei prezzi al consumo nazionali che verranno rilasciati venerdì prossimo e che sono attesi al 3.3% su base annua.
L’economia giapponese però mostra segnali di raffreddamento. Gli ordini di macchine utensili in giugno sono scesi di quasi il 20% su base annua, siamo al settimo mese consecutivo di contrazione. Altro mattoncino a favore di una Bank of Japan dovish. Gli stessi dati sui salari mostrano un raffreddamento rispetto alle attese. A giugno l’aumento nominale è stato del 2,6%, ma in termini reali al netto dell’inflazione l’aumento non c’è stato visto che il potere d’acquisto degli stipendi è arretrato del 1,6%. E con gli stipendi in calo non stupisce che la spesa dei cittadini giapponesi si è contratta su base annua del 4,2%.
EurJpY: trend bullish non in discussione
Un contesto quindi poco supportivo per lo yen che scavalca così i massimi dell’anno contro euro. Uno scenario che, dopo una elegante correzione a zig zag, pone le base per una ripartenza del cross verso i massimi del 2008, pre crisi del mercato immobiliare americano. A questo punto tecnicamente non si vedono le condizioni per andare short su EurJpy. Meglio attendere price action più confortanti e soprattutto garanzia di un ritorno massiccio dei compratori. Primi segnali solo sotto 148. Fino ad allora il trend bullish non è in discussione.