La sterlina nell'ultimo mese ha confermato il suo ottimo momento di forma, portandosi in prossimità di 1,30 sul dollaro USA. La moneta britannica ha trovato forza dalle posizioni rialziste da parte dei grandi investitori. Secondo i dati riportati dalla Commodity Futures Trading Commission, la posizione netta lunga dei trader non commerciali - che comprendono gli hedge fund, i gestori patrimoniale e altri speculatori - ha raggiunto i massimi storici; mentre i fondi a leva hanno aumentato le loro scommesse rialziste ai massimi del 2018.
L'ottimismo verso la sterlina potrebbe essere guidato da alcuni fattori. Innanzitutto le notizie positive sulla crescita economica del Regno Unito. Le ultime letture sul PIL riferito al mese di maggio hanno riportato un balzo dell'1,4% su base annua, il doppio rispetto al mese precedente.
Questo si collega a un altro fattore:
i tassi di interesse in Gran Bretagna. La
Bank of England potrebbe tergiversare prima di tagliare il costo del denaro, visto che l'economia britannica sta andando bene. Ciò inevitabilmente finisce per rafforzare la sterlina rispetto al dollaro, anche perché la
Federal Reserve probabilmente a settembre effettuerà il primo taglio.
Il terzo motivo è da ricondurre al carry trade. La sterlina ha un rendimento abbastanza elevato affinché possa essere oggetto di investimento prendendo a riferimento una moneta a basso costo come finanziamento. Il meccanismo è durato finora in quanto la volatilità di fondo dei cambi valutari si è mantenuta stabile. Chiaramento il gioco non funziona più quando le oscillazioni diventano violente al punto da spazzare via i guadagni del carry.
In quarto luogo c'è l'esito delle elezioni britanniche che hanno dato un governo a larga maggioranza laburista in grado di assicurare un esecutivo stabile. Non solo. I mercati sembrano in questo momento gradire maggiormente un esecutivo di sinistra in quanto trasmette la sensazione di una politica di bilancio più rigorosa dal punto di vista fiscale e ciò rende la sterlina meno sotto pressione a differenza di quanto accaduto in passato.
Infine, rispetto al dollaro ha inciso anche la caotica situazione politica negli Stati Uniti, culminata nel ritiro di Joe Biden dalla corsa alle elezioni presidenziali di novembre.
Sterlina: ecco dove arriverà per le banche
Gli strategist di JPMorgan ritengono che la sterlina si porterà a 1,35 sul dollaro USA entro marzo 2025, ma avvertono di una possibile correzione. Il motivo sta nel rischio di "un deterioramento delle sue prospettive locali, di una capitolazione del fenomeno del carry trade globale o di qualsiasi altro evento di riduzione della leva finanziaria", hanno scritto in una nota.
Gli strategist di Citigroup hanno affermato che la sterlina arriverà a 0,82 per euro da poco oltre 0,84 attuali. "Il risultato delle elezioni nel Regno Unito offre l'opportunità di affrontare le questioni fiscali e di migliorare le relazioni commerciali con l'UE, con risvolti valutari positivi", hanno scritto gli esperti della banca americana.
A giudizio di Jane Foley, stratega valutario di Rabobank, "sarebbe inesatto attribuire interamente al governo laburista il merito del tono migliore della sterlina", in quanto la valuta britannica "si sta lentamente riprendendo dopo il colpo dal caos del mercato innescato dal governo di breve durata di Liz Truss".