Con le elezioni USA che si avvicinano, i mercati finanziari sono in fermento. L'incertezza regna sovrana perché dai sondaggi non emerge un probabile chiaro vincitore tra il candidato repubblicano
Donald Trump e la democratica
Kamala Harris. Negli ultimi giorni, però, il tycoon sembra aver guadagnato qualche posizione, anche in virtù di affermazioni roboanti in tema di dazi, tassazione, guerre e questioni sociali.
Ciò che accomuna i due pretendenti alla Casa Bianca è il fatto che, considerando i loro piani di spesa e tassazione, in ogni caso il deficit federale è destinato ad aumentare. Trump punta a tagliare le tasse senza fare altrettanto con la spesa pubblica, sperando di recuperare denaro dai dazi; Harris invece non aumenterà abbastanza l'imposizione fiscale per contenere i generosi programmi di spesa pubblica. Gli investitori stanno reagendo allontanandosi dai titoli di Stato, anche perché i tassi di interesse probabilmente rimarranno alti più a lungo di quanto il mercato si aspettava fino a qualche settimana fa.
Elezioni USA: come si stanno comportando gli investitori
Le probabilità che Trump salga alla Casa Bianca, dicevamo, sono in aumento e gli investitori si stanno comportando di conseguenza. Secondo quanto riferisce Michael Hartnett, strategist di Bank of America, ipotizzando che Trump esca vittorioso dalle urne e i repubblicani conquistino entrambe le camere del Congresso, gli investitori hanno iniziato a comprare quegli asset che hanno performato bene dopo la vittoria del 78enne newyorchese alle elezioni del 2016. All'epoca ci fu il trionfo delle azioni bancarie, delle small cap e del dollaro USA. Il team di BofA sottolinea come una vittoria larga dei repubblicani "faciliterebbe l'agenda di Trump, in particolare riguardo le nuove tariffe commerciali, i tagli fiscali e ulteriore deregolamentazione".
La scorsa settimana l'ex presidente degli Stati Uniti ha ribadito che applicherà dazi aggressivi che oltre la Cina e il Messico colpiranno anche l'Europa. Tutto ciò andrebbe a vantaggio del dollaro USA, per il fatto che la domanda degli americani per i beni di importazione calerebbe e con essa la richiesta di valuta straniera. In verità, Trump non ha mai amato un dollaro forte e durante il suo precedente mandato presidenziale si è scontrato più volte sulla questione con il governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, accusato di non tagliare abbastanza i tassi per svalutare la moneta nazionale. Tuttavia, le ultime sue dichiarazioni sono sembrate più concilianti.
Quanto alle azioni, le aziende americane potrebbero beneficiare di una minore tassazione. Da inquilino alla Casa Bianca, Trump aveva ridotto l'imposta sulle società dal 28% al 21%. Se verrà rieletto, ha promesso di portarla al 15%.