Gli stimoli fiscali varati dalle autorità cinesi non saranno sufficienti per rilanciare la sua economia. A dirlo è il
Fondo Monetario Internazionale (FMI). Il capo del dipartimento Asia-Pacifico Krishna Srinivasan ha affermato che le autorità di Pechino dovranno
spendere di più per affrontare il crollo del mercato immobiliare e allentare la pressione sui prezzi.
Da quando il governo ha intrapreso una serie di misure fiscali - a cui si sono aggiunti gli stimoli monetari di fine settembre - per risvegliare i consumi e far uscire il Paese dalla deflazione, si è acceso un vivace dibattito tra gli economisti di tutto il mondo se quanto previsto potesse bastare. L'opinione pubblica è ancora spaccata per la verità e l'FMI fa parte di quella categoria di soggetti che nutrono un certo scetticismo. Ciò che realmente preoccupa l'istituto sovranazionale è la crisi del settore immobiliare, che sembra ormai essersi finito in un tunnel senza uscita. "Riteniamo che le misure annunciate non saranno sufficienti perché la domanda interna è molto debole", ha detto Srinivasan. "Bisogna assicurarsi che la costruzione delle abitazioni pre-vendute sia finita e risolvere la questione degli sviluppatori non redditizi rispetto a quelli vitali".
Per stabilizzare il settore immobiliare, l'alto funzionario dell'FMI ritiene che la Cina debba destinare circa il 5% del suo PIL allo scopo, il che equivale a una montagna di denaro quantificabile in 6.300 miliardi di yuan (885 miliardi di dollari). L'FMI all'inizio di quest'anno aveva suggerito che una spesa di tali proporzioni potrebbe essere distribuita in un arco temporale di quattro anni, ma Srinivasan non si è soffermato sulla tempistica.
Cina: il mercato è deluso e gli hedge fund scaricano le azioni
Il mercato sta attendendo con trepidazione maggiori dettagli sugli stimoli fiscali della Cina dopo che il ministro delle Finanze Lan Fo'an a inizio ottobre ha lasciato un po' di amaro in bocca. Il rappresentante del governo ha riferito circa l'emissione di obbligazioni speciali per l'acquisto di case vendute, ma non ha offerto cifre effettive in merito al programma. Per il momento, investitori ed analisti fanno riferimento al taglio dei tassi ipotecari e all'acconto minimo sull'acquisto di seconde case che, sulla base delle stime della People's Bank of China, permetteranno alle famiglie di risparmiare fino a 150 miliardi di yuan.
Nel frattempo però gli investitori hanno iniziato a spazientirsi e, dopo il rally azionario partito alla fine di settembre, si sono ritirati. Secondo quanto riportato da Goldman Sachs, gli hedge fund hanno recuperato quasi l'80% dal picco di acquisti cumulativi di azioni cinesi a partire dal 23 ottobre. "Le vendite nette di questo mese nei mercati emergenti sono tra le più grandi del nostro record, guidate dalle vendite di azioni cinesi", ha riferito il team della banca d'investimento americana. Una mossa, questa degli hedge fund, corroborata dalle aspettative che in caso di vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 5 novembre, la pressione sulle azioni cinesi sia destinata ad aumentare.