Il ritardo in termini di rendimento delle azioni europee rispetto a quelle americane è il maggiore degli ultimi 30 anni. Dal 1° gennaio alla chiusura del 13 novembre, l'indice
Stoxx 600 ha guadagnato appena il 4,71%, a fronte del +25,48% messo a segno dallo
S&P 500. Secondo quanto riportato da Bloomberg, si tratta del
divario più ampio dal 1995. C'è da precisare, però, che lo Stoxx 600 è stato introdotto nel 1998, quindi i dati precedenti sono stati simulati.
La situazione si è inasprita dopo la vittoria di
Donald Trump alle elezioni presidenziali americane del 5 novembre. Da allora, secondo un sondaggio realizzato da
Bank of America sui gestori di fondi globali, l'allocazione nelle azioni europee è rimasta invariata al 3%, a fronte di un incremento dal 13% al 29% di quella nei titoli USA.
Azioni europee: le ragioni della fuga
Le ragioni per cui gli investitori si stanno allontanando sempre più dalle azioni europee per dirigersi verso Wall Street sono principalmente due.
Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che Wall Street è la casa di un hi-tech che grazie all’hype creata dall’intelligenza artificiale ha raggiunto valutazioni da capogiro spingendo al rialzo anche gli altri titoli del listino.
In secondo luogo, gli operatori europei temono i
dazi commerciali che molto probabilmente imporrà Trump una volta insediatosi alla Casa Bianca. I prodotti di importazione provenienti dal Vecchio Continente potrebbero essere gravati da tariffe almeno del 20% e questo metterebbe notevolmente in crisi alcune aziende che esportano molto come quelle tedesche.
In questi giorni il governatore della
Bundesbank, Joachim Nagel, ha affermato che i dazi USA potrebbero costare alla Germania fino a 1 punto percentuale di PIL (
Elezioni USA: il conto sarà particolarmente salato per la Germania). Tutto ciò quindi rischierebbe di rivelarsi una colpo particolarmente duro per una regione la cui crescita sta rallentando in maniera preoccupante. Al contrario, gli Stati Uniti sono in buona salute, mentre il programma di Trump di abbassare le tasse alle società dal 21% al 15% sta attirando gli investitori.
La terza motivazione della fuga degli investitori dalle Borse europee è dettata dai rapporti sempre più tesi tra Bruxelles e la Cina. Finora Pechino è stata importante per le aziende dell'Unione europea, ma ora le cose potrebbero cambiare. I dazi europei sulle auto elettriche importate dalla Cina hanno scatenato una prima rappresaglia del Dragone su brandy e auto di lusso, il che rischia di fare un danno enorme alle aziende del Vecchio Continente. Questo si inserisce anche in un contesto in cui la domanda cinese è rallentata molto nell'ultimo anno, in particolare nel lusso, settore chiave per l'Europa.
Borse: continuerà l'allontanamento dall'Europa?
In questo momento, gli investitori non sembrano troppo preoccupati delle alte valutazioni di Wall Street rispetto alle Borse europee. L'S&P 500 è scambiato a oltre 22 volte gli utili previsti nei prossimi 12 mesi, con un premio record del 70% in confronto ai multipli dello Stoxx 600. "Le azioni statunitensi sono innegabilmente costose, ma l'importanza data dagli investitori alle valutazioni è sempre più rara", hanno affermato gli strategist di Société Générale.
Quindi il dominio della Borsa americana continuerà? La risposta è affermativa, secondo Kathleen Brooks, direttore della ricerca del broler XTB, a causa di una maggiore crescita economica e degli utili negli Stati Uniti. "Anche lo slancio è importante", sottolinea l'esperta. Con un vantaggio così ampio che le azioni americane hanno rispetto a quelle europee, queste ultime "potrebbero non essere in grado di recuperare il ritardo", ha detto.