Venduto l’1,8% nel capitale del Banco BPM, la Fondazione CRT ha utilizzato il ricavato per consolidare la partecipazione in Assicurazioni Generali. È quanto ha riferito Fabrizio Palenzona, numero uno dell’ente torinese, nel corso di un’intervista concessa a Il Sole 24 Ore.
Per quanto riguarda l’alienazione dei titoli dell’istituto bancario, Palenzona ha detto di aver fatto proprio il mantra di Enrico Cuccia: vendi, guadagna e pentiti. “Grazie all’ottimo lavoro del dottor Giuseppe Castagna abbiamo quasi triplicato l’investimento”. L’operazione, che ha permesso alla terza fondazione italiana di incassare 140 milioni - di cui 80 di plusvalenza - ha favorito il consolidamento della partecipazione nel Leone di Trieste.
La motivazione che ha portato la Fondazione CRT ad incrementare la presa sulla compagnia assicurativa va ricercata nel flusso cedolare: “abbiamo consolidato la nostra storica partecipazione di lungo termine in Generali, così da accrescere il flusso di dividendi, che insieme ad UniCredit e Mundys costituiscono la parte più consistente delle risorse che mettiamo a disposizione del territorio”.
Palenzona: quota Generali al 2%. Cosa succede ora al Banco BPM
La vendita di azioni Banco BPM, che a Piazza Affari in corrispondenza del giro di boa segnano un -0,1% portandosi a 4,915 euro, e l’acquisto di titoli Assicurazioni Generali, che salgono dello 0,48% a 20,9 euro, permettono alla quota detenuta dalla Fondazione CRT di attestarsi in area 2%.
Per quanto riguarda il Banco BPM, l’uscita dell’ente, che gestisce un patrimonio di 2,3 miliardi, apre nuovi scenari all’interno dell’azionariato di Piazza Meda. In particolare, i riflettori sono puntati su quel patto di consultazione di cui faceva parte la Fondazione, che ha da sempre fatto da contraltare al Credit Agricole (9,8%) e che vede ridursi la quota dall’8,6 al 6,5%.
La cura dimagrante registrata dal patto (di cui, tra gli altri, fanno parte la Fondazione Enpam con l’1,99% e la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense che invece detiene l'1,66%) finisce inevitabilmente per ridurre l’appeal di una combinazione con UniCredit a favore di un possibile matrimonio con Banca MPS, con la quale esiste una spiccata complementarietà geografica.
Palenzona: UniCredit? Posizione critica è stata mitigata
Tornando a Palenzona, le recenti critiche alle modalità con cui è stata costituita la lista del Cda di UniCredit non mettono in dubbio la partecipazione della Fondazione CRT. “La nostra critica era rivolta al comitato governance per come ha gestito il processo di formazione della lista del Cda. Un processo che non sia in linea con le best practice di mercato e con le linee guida della Consob non è nell’interesse di UniCredit”. Il ritiro dalla lista, continua Palenzona, “ha certamente contribuito a mitigare la nostra posizione critica”.
Per quanto riguarda il vertice di Piazza Gae Aulenti, Palenzona non ha nascosto il gradimento per il lavoro fatto dal Ceo. “Parlo di UniCredit, di cui siamo azionisti e dove continueremo a supportare Andrea Orcel, un eccellente banchiere che non da oggi gode della nostra stima e i cui risultati straordinari parlano per lui”.