In attesa della trimestrale, JP Morgan Chase ha fatto sapere di voler aumentare la sua quota di mercato attirando i consumatori americani. Secondo quanto dichiarato da Marianne Lake, Amministratore delegato dell'unità Consumer and Community Banking, la più grande banca americana ha intenzione di portare la sua quota dei depositi retail negli Stati Uniti dall'11,3% al 15%. Alla fine del primo trimestre i depositi al dettaglio in USA di JP Morgan ammontavano complessivamente a 1.100 miliardi di dollari che, sommati a quelli all'ingrosso, portavano a una cifra totale di 1.960 miliardi di dollari, eguagliando i depositi del suo rivale più vicino, Bank of America.
Con l'acquisizione di First Republic Bank avvenuta lo scorso anno, JP Morgan Chase ha aggiunto ben 92 miliardi di dollari di depositi. In verità, le banche americane che possiedono già almeno il 10% dei depositi degli americani, non possono crescere attraverso acquisizioni, perché la legge federale lo vieta. Tuttavia, nel caso di First Republic, è stato possibile farlo perché si trattava di una banca fallita. Ciò non ha impedito ad alcuni critici di sollevare polemiche sul fatto che a JP Morgan fosse permesso di diventare più grande.
Il colosso finanziario newyorchese ha come obiettivo anche quello di incrementare dal 17% al 20% la quota delle carte di credito sulla spesa nazionale. In tutto ciò non c'è una tempistica, precisa Lake, ma le strategie messe in campo dalla banca sono orientate a raggiungere il traguardo prefissato. "Stiamo continuando a costruire le nostre capacità per competere e vincere investendo nella modernizzazione della nostra infrastruttura e dei nostri dati, sfruttando l'intelligenza artificiale, i pagamenti e altre strategie aziendali", ha affermato Lake. Gli investimenti "ci garantiranno di continuare a essere leader anche tra cinque o dieci anni".
JP Morgan Chase: arriva la trimestrale, ecco cosa guardare
Oggi è un giorno importante per JP Morgan Chase, in quanto la banca rilascerà i dati sul secondo trimestre 2024. Gli investitori presteranno attenzione soprattutto a due aspetti relativi al business dell'azienda di credito: i prestiti in sofferenza e l'investment banking. Riguardo i primi, c'è una certa preoccupazione sul fatto che i tassi di interesse elevati e persistenti possano aver aumentato le inadempienze dei mutuatari e quindi portato a un incremento delle perdite su crediti. Gli analisti si aspettano per le grandi banche USA un balzo notevole rispetto allo scorso anno. Quanto all'investment banking, invece, le aspettative sono diverse, cioè di un notevole incremento dei ricavi dovuto alla crescita del dealmaking dopo un lungo periodo di stallo.
Quest'oggi però un altro argomento catalizzerà l'attenzione di investitori e analisti, ovvero eventuali commenti sui piani di successione dell'attuale Amministratore delegato della banca,
Jamie Dimon. La schiera di candidati include
Jennifer Piepszak e Troy Rohrbaugh, co-CEO della divisione Commercial & Investment Bank,
Mary Erdoes che dirige le attività di gestione patrimoniale, e la stessa Lake. "Dipenderà dai fatti e dalle circostanze del momento, ma sicuramente il prossimo CEO di JP Morgan potrebbe essere una donna", ha detto Lake. In tal caso, si aggiungerebbe al Ceo di Citigroup,
Jane Fraser, come unica donna a guidare una delle sei maggiori banche della nazione.
Si attendono anche considerazioni sulle proposte di regolamentazione che aumenterebbero i requisiti patrimoniali richiesti per le banche e le modifiche della Federal Reserve. Lake ha contestato le variazioni alle regole. "Ci sono costi significativi per fornire l'accesso a servizi bancari preziosi e sicuri. Queste modifiche proposte potrebbero avere un impatto sulla capacità delle banche di tutte le dimensioni di continuare a offrire questi servizi ai tassi attuali", ha detto.