A volte quando è in corso l'
IPO di una società, si sente parlare di
trading condizionato. Di cosa si tratta realmente? In questo testo vedremo di scoprirlo, mettendo in luce il funzionamento delle varie fasi di un'offerta pubblica iniziale.
Trading condizionato: IPO, i vari passaggi
Per arrivare al trading condizionato è importante riprendere i passaggi necessari per la quotazione in Borsa di una società. Il principale modo di quest'ultima per diventare pubblica è quello di un'offerta pubblica iniziale (IPO). Questa può avvenire essenzialmente in due modi: o attraverso la vendita e il collocamento di azioni degli azionisti esistenti oppure per mezzo dell'emissione di nuove azioni da parte della società. La differenza sta nel fatto che nel primo caso il capitale sociale resta lo stesso, ma vi è solamente un avvicendamento nell'assetto proprietario; nel secondo caso il capitale sociale aumenta con l'ingresso di nuovi soci e si crea una diluizione delle partecipazioni.
Il primo passaggio per quotare le azioni in Borsa è quello che richiede la presenza di una banca di investimento. Tra gli istituti finanziari che si occupano delle operazioni di questo tipo, le più note sono JPMorgan Chase, Goldman Sachs e Morgan Stanley. A volte, per le quotazioni più importanti, le banche agiscono insieme formando il cosiddetto consorzio o sindacato di collocamento. In questa fase le banche eseguono il cosiddetto roadshow, tramite il quale i dirigenti dell'azienda incontrano i potenziali investitori, tipo grandi società finanziarie come BlackRock, Fidelity Investments, Prudential Investments e molte altre. Questi investitori ricevono normalmente la maggior parte delle nuove azioni emesse dalla società. Tale fase dell'IPO è preziosa, perché le banche di investimento raccolgono le informazioni per quantificare la domanda degli investitori, oltre che per avere un quadro generale del mercato in merito al prezzo finale che dovrà avere l'IPO attraverso l'analisi delle società paragonabili.
Il secondo passaggio consiste nel fissare appunto il prezzo delle azioni della società che si quoterà. Da ciò ne scaturisce la valutazione dell'azienda. Se ad esempio viene deciso il collocamento di 100 milioni di azioni a 50 dollari ciascuna, il valore iniziale della società ammonterà a 5 miliardi di dollari. È molto importante questa fase, perché potrebbe essere decisiva per il riscontro che poi si avrà sul mercato quando verranno aperte le quotazioni. In altri termini, risulterà se ad esempio la società è stata sopravvalutata o sottovalutata. Le azioni sono state vendute intanto ai grandi investitori di cui sopra, quindi l'azienda ottiene la liquidità di cui aveva bisogno.
E arriviamo alla fase finale dell'IPO, in cui le azioni vengono collocate sul mercato a un prezzo finale. Un breve inciso. La società, insieme alle banche di investimento, stabilisce all'inizio del periodo dell'offerta una forbice di prezzo che va da un livello minimo a uno massimo. Sulla base dei riscontri che nei giorni si ha della domanda, quando l'IPO si accinge al termine, viene deciso il prezzo finale.
Trading condizionato: di cosa si tratta
La fase finale dell'IPO, dicevamo, è quella dell'arrivo delle azioni in Borsa. Qui è possibile prevedere due ulteriori momenti. Il primo è riservato a una categoria selezionata di investitori, il secondo è aperto ai trader al dettaglio.
Nel primo momento si sviluppa il trading condizionato. In sostanza, il trading condizionato è lo scambio delle azioni riservato a investitori istituzionali selezionati per un periodo di pochi giorni, prima che prenda ufficialmente il via la contrattazione rivolta a un pubblico diffuso, detta appunto incondizionata. Tale approccio graduale mira a stabilizzare il titolo e a creare slancio mentre si apre a una base di investitori più ampia.
Un esempio recente lo si è avuto a metà del mese scorso con l'IPO alla Borsa di Londra della società di progettazione e sviluppo di computer Raspberry Pi Holdings. Dall'11 al 13 giugno, le contrattazioni sono state limitate a investitori selezionati tramite il trading condizionato; dal 14 giugno hanno potuto entrare in azioni gli investitori al dettaglio.
Trading condizionato e accelerated bookbuild: la differenza
Il trading condizionato nelle IPO non va confuso con l'accelerated bookbuild. È vero che in entrambi i casi vengono coinvolti gli investitori istituzionali, ma mentre il trading condizionato è il momento iniziale della fase finale di un'IPO che riguarda anche gli investitori retail, l'accelerated bookbuild è una procedura con la quale una società si rivolge esclusivamente a investitori istituzionali per vendere le proprie azioni, in particolare pacchetti di azionisti rilevanti.