Terza puntata di questa speciale sfida che mette a confronto l’investimento in una materia prima attuato tramite lo strumento ETC con l’ETF tematico o settoriale che racchiude dentro di sé le principali azioni che operano a livello produttivo o di intermediazione con quella specifica commodities. Andamento di prezzo della materia prima che di conseguenza influenza marginalità e prospettive di utili futuri delle aziende.
ETC vs ETF: Petrolio contro azioni petrolifere
ETC vs ETF: Agricole contro Agribusiness
Questa volta andiamo nel mondo digitale mettendo a confronto Bitcoin (la commodity) con gli ETF tematici che investono in società impegnate nel mondo crypto e Blockchain.
Il fenomeno è relativamente recente e questo non ci permetterà di avere una profondità storica considerevole; comunque possiamo già trarre qualche conclusione su performance e rischio delle due alternative oggi alla portata di ogni investitore. In attesa della quotazione a New York del primo ETF che investe su Bitcoin, dobbiamo accontentarci dei tanti ETC anche replica fisica che si trovano quotati sul mercato europeo.
Bitcoin contro cryptostocks: il dominio dell’investimento in Bitcoin è totale
WisdomTree Physical Bitcoin ci permette di tornare indietro a novembre 2019, data del lancio, per avere delle performance confrontabili con ETF tematici. Invesco Coinshares Global Blockchain è nato nello stesso anno, ma obiettivamente esistono molti altri ETF con profili di aggressività un pochino più marcati e che quindi credo sia corretto includere, sebbene su un arco temporale minore di analisi. Uno di questi potrebbe essere il VanEck Crypto and Blockchain nato a fine aprile 2021.
Escludendo il VanEck, cominciamo subito con il dire che dal 2019 a oggi il dominio dell’investimento in Bitcoin è totale. L’ETF ha guadagnato il 43% da novembre 2019, la criptovaluta ( o meglio l’ETC che la replica) il 370%. Non sono tutte rose però. La volatilità dell’ETC è stata pari ad un mostruoso 45% contro un ben più modesto 21% dell’ETF.
Ma è partendo da maggio 2021 inserendo l’ETF di VanEck che abbiamo la sorpresa maggiore. Gli investimenti sono tutti sott’acqua, ma mentre l’ETC che replica Bitcoin perde poco più del 30% e l’ETF di Invesco il 40% (dati tutti aggiornati al 13 novembre 2023), per il VanEck siamo sotto del 77% a causa di una volatilità che sfiora il 70%. Non cambierebbe molto inserendo altri ETF sempre legati al mondo blockchain come quello di Global X che ha fatto pure peggio del prodotto di VanEck.
La volatilità, più che le valutazione fondamentali, sembra essere il vero tallone d’Achille dell’investimento in società che operano nel mining, negli exchange e in tutto quello che concerne le infrastrutture digitali a supporto della tecnologia blockchain.
Mettendo insieme rendimenti storici e volatilità, a differenza dei casi visti nelle puntate precedenti, emerge quindi una netta preferenza a scegliere Bitcoin e gli ETC che lo replicano quale strumenti di esposizione a questo asset, al posto di società quotate in borsa i cui utili ancora non si vedono all’orizzonte e che sono vittime di tassi di volatilità impressionanti. Questo è forse l’aspetto più rilevante. In assenza di visibilità e sostenibilità nel tempo degli utili la singola commodity risulta la scelta migliore.