C’è un ETF che scommette sulle società ad alto tasso di innovazione finanziaria che, dal lancio nel 2022, sta guadagnando quasi il 60%. Questo ETF si chiama Xtrackers MSCI Fintech Innovation.
L’ETF replica l’indice MSCI ACWI IMI Fintech Innovation Select ESG Screened 100, ovvero le 100 società più rappresentative dell’indice azionario globale che comprende Paesi sviluppati ed emergenti che si prevede saranno in grado di generare significativi ricavi dalle innovazioni tecnologiche nel settore finanziario. I titoli azionari inclusi sono filtrati sulla base dei criteri ESG catalogando l’ETF tra gli articolo 8.
Replica fisica totale e costo annuo di 0,3%, questo ETF non ha però riscosso un grande gradimento nel pubblico nonostante l’eccezionale performance del 2024 con la crescita superiore al 40%. Le masse amministrate sono modeste e sotto i 20 milioni di euro.
Questo ETF ha la classica distribuzione geografica di un indice azionario globale con il 70% di Stati Uniti a cui seguono Cina (14%) e Brasile (4%).
Xtrackers MSCI Fintech Innovation: la composizione e la performance
Apple, Visa, Mastercard, Nvidia, Tencent, Paypal sono le prime società che ritroviamo all’interno di un paniere ben diversificato considerando che il gigante di Cupertino pesa per il 5% e che le prime 10 posizioni non vanno oltre il 40%, una notizia per tematici come questo solitamente molto più concentrati.
Un rapido confronto con due indici, Msci Acwi Imi e Msci World Tech, ci offre la giusta prospettiva per comprendere meglio che mestiere fa questo ETF.
La performance 2024 è stata praticamente la stessa di un altro ETF di Xtrackers, il World Tech, mentre è stata quasi doppia rispetto all’azionario mondiale.
In questo breve scampolo di 2025, mentre la tecnologia perde in doppia cifra, il Fintech è praticamente flat.
Comprare il Fintech non vuol dire comprare la tecnologia
Pensare però che comprare Fintech sia la stessa cosa che comprare tecnologia mondiale è sbagliato. Nel 2023 l’ETF tecnologico globale ha portato a casa quasi il 50% di performance, il Fintech la metà. Ed effettivamente anche osservando la composizione settoriale qualche differenza c’è come la presenza dei giganti delle carte di credito o dei sistemi di pagamento certificano.
Grazie al sito di Msci possiamo però anche apprezzare come si è comportato questo indice dalla sua creazione, ovvero dal 2010 in avanti. Con un 17% di crescita annua composta, il 7% dell’indice tradizionale ACWI è stato decisamente surclassato. La volatilità è sì più alta (19%), ma non di tanto (15% quella dell’azionario mondiale).
Indice che vanta una correlazione non propriamente positiva con l’indice generale. Nel 2021, ad esempio, il Fintech perse qualcosa per strada mentre le borse mondiali guadagnavano in doppia cifra. Nel 2018 la lettera prevalse ma non per il fintech. Nel 2015 stessa cosa.
Insomma un ETF che, pur rappresentando una nicchia tematica del mondo tecnologico, potrebbe avere un suo senso in ottica di diversificazione settoriale. Attenzione però al rischio di delisting viste le masse amministrate ancora molto basse che rendono vulnerabile questo strumento ad una futura riorganizzazione dell’offerta da parte dell’emittente.