Il carry trade sul mercato valutario ora interessa il franco svizzero. Dopo un lungo periodo in cui gli investitori hanno costruito strategie prendendo in prestito yen per acquistare dollari USA, sembra che la moneta elvetica abbia sostituito quella giapponese. Le ragioni sono diverse.
Innanzitutto,
il cambio di rotta della politica monetaria in senso più restrittivo da parte della Bank of Japan rende meno conveniente questo tipo di operazioni in yen. Quando i tassi di interesse in Giappone erano a zero o addirittura negativi, i trader hanno approfittato per finanziarsi in yen a costo pressoché nullo per investire in dollari americani che rendevano circa 5 punti percentuali in più. Tutto questo era avvalorato dal fatto che il cambio USD/JPY avesse intrapreso un rally poderoso che lo ha spinto fino a un picco di 162 a inizio luglio. Da quando la BoJ ha cambiato musica con l'ultima riunione di fine luglio, il "ninja" ha perso quota scivolando fino ai circa 146 ¥ attuali e rendendo più rischioso continuare il carry trade nella divisa del Sol Levante.
Un altro motivo che sta attirando gli investitori verso la strategia in franchi svizzeri sta nel taglio dei tassi di interesse da parte della Swiss National Bank. Quest'ultima è stata la prima tra le grandi autorità monetarie ad avviare un ciclo di allentamento, portando il costo del denaro attualmente all'1,25%. Gli operatori quindi sono particolarmente stimolati a prendere a prestito franchi svizzeri per acquistare asset in dollari, sterline ed euro, dato che i tassi USA i tassi sono fissati al 5,25-5,5%, in Gran Bretagna al 5% e nella zona euro al 4,25%. Tra l'altro, il mercato si aspetta che il franco svizzero - ai massimi degli ultimi otto mesi nei confronti del dollaro USA e degli ultimi nove anni rispetto all'euro - si riduca di valore. Questo perchè la SNB tollera poco un franco a livelli elevati visti gli effetti deleteri sull'economia svizzera basata sulle esportazioni e ancor più alla luce del fatto che l'inflazione si è ridotta notevolmente. "Se necessario, la SNB probabilmente si proteggerà dall'apprezzamento della valuta attraverso interventi o tagli dei tassi", ha detto Michael Cahill, strategist valutario di Goldman Sachs.
Carry trade in franchi svizzeri: attenzione ai rischi
Sulla base dei dati della Commodity Futures Trading Commission, la posizione corta netta in franchi è di circa 3,8 miliardi di dollari, a fronte di una posizione lunga netta in yen di 2 miliardi di dollari. Secondo gli analisti, questi numeri sono un segno che il carry trade si è spostato dallo yen al franco in termini di valuta di finanziamento. "C'è più rischio bidirezionale ora nello yen di quanto non ci sia stato qualche tempo fa", ha detto Kamal Sharma, strategist senior di Bank of America G10 FX. "Il franco svizzero sembra la valuta di finanziamento più logica della scelta". BofA raccomanda agli investitori di acquistare sterline contro il franco, sostenendo che la sterlina può salire a causa dell'ampio divario dei tassi di interesse tra Svizzera e Gran Bretagna.
Tuttavia, quando si ha a che fare con il franco svizzero e la SNB nei mercati valutari bisogna sempre agire con molta cautela. Nei trader è ancora vivo il ricordo di quanto accadde a gennaio 2015 quando il presidente della Banca centrale svizzera, Thomas Jordan, rimosse improvvisamente il peg 1,20 sul cambio EUR/CHF generando il panico sui mercati valutari.
Inoltre, gli investitori sono inclini ad acquistare franchi come valuta rifugio allorché sul mercato vi sono delle incertezze legate all'economia, alla politica o ad altri aspetti. Di conseguenza, fare affidamento sul franco svizzero in posizione short potrebbe essere molto pericoloso, perché un rapido rally della moneta rischia di spazzare via i guadagni ottenuti dal carry trade. "Qualsiasi carry trade è intrinsecamente rischioso e questo è particolarmente vero per coloro che sono finanziati con valute rifugio", ha detto Michael Puempel, strategist valutario di Deutsche Bank. "Il rischio principale è che quando i rendimenti scendono in un contesto di avversione al rischio, i differenziali di rendimento si comprimono e il franco svizzero può salire".
Secondo Nathan Vurgest, responsabile del trading presso Record Currency Management, "considerando le Banche centrali, si può capire come ci possa essere un maggiore sentiment per alcuni operatori di carry che preferiscono il franco allo yen". Tuttavia, "il successo finale di questo carry trade dipende dall'avversione al rischio" in un quadro generale in cui gli investitori si concentrano sulla protezione della liquidità tagliando le loro operazioni più rischiose.