La politica tariffaria aggressiva del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump sta impattando notevolmente sulle scelte degli operatori finanziari. Dopo la vittoria elettorale del leader repubblicano del 5 novembre 2024, gli investitori si sono riversati sulle azioni, confidando che la politica di tagli fiscali alle società avrebbe portato beneficio alle aziende quotate in Borsa. Nel contempo hanno
sottovalutato l'approccio del tycoon sui dazi: il mercato riteneva che all'atto pratico, l'inquilino della Casa Bianca avrebbe fatto un passo indietro rispetto agli annunci roboanti.
Il quadro è cambiato nel momento in cui tutti hanno realizzato che il presidente americano stava facendo sul serio. Da quando si è insediato alla Casa Bianca, Trump ha messo dazi del 25% su acciaio, alluminio e - a partire dal 2 aprile - sulle auto, senza risparmiare nessuno.
La prossima settimana partiranno anche i dazi reciproci, ossia quelli che l'America applicherà ai Paesi che a loro volta li hanno introdotti nei suoi confronti. Nel frattempo, la Cina è stata investita dall'inizio di questo mese da tariffe del 20% su tutti i prodotti che spedisce negli USA.
Ce n'è abbastanza insomma per descrivere una situazione di alta tensione, che allontana gli investitori dalle attività a rischio come le azioni. Per lo stesso motivo, le obbligazioni hanno ritrovato appetibilità. Basti pensare che i rendimenti dei titoli di Stato americani sono scivolati a circa il 4,30%, quando a inizio anno erano arrivati a oltre il 4,80%.
Investimenti: Barclays punta sul reddito fisso
In un contesto di generale avversione al rischio, Barclays ha affermato di preferire gli investimenti nel reddito fisso piuttosto che quelli sulle azioni. Si tratta di una novità rispetto a quanto accaduto da molti trimestri a questa parte. La motivazione sta nel fatto che l'escalation della guerra tariffaria mette a repentaglio la crescita economica globale.
Pertanto, "nonostante gli ostacoli come l'aumento dei prezzi e le scarse prospettive fiscali nelle economie occidentali, il rischio per gli asset a reddito fisso è inferiore a quello per le azioni", hanno scritto in una nota gli analisti della banca londinese.
"Per diversi trimestri siamo stati sovrappesati sulle azioni globali rispetto al reddito fisso, anche se le valutazioni sono diventate eccessive. Ma ora, i rischi politici ci sembrano in gran parte inclinati al ribasso", hanno scritto.
Barclays si aspetta una crescita del PIL statunitense dell'1,5% e del PIL globale del 2,9% nel 2025. Per ora, questa proiezione è in linea con una precedente. Tuttavia, l'istituto finanziario ha avvertito che "se si realizzassero gli esiti peggiori sui dazi, anche queste previsioni potrebbero finire per essere troppo ottimistiche". Per quanto riguarda le stime sulle azioni, Barclays ha
tagliato l'obiettivo di prezzo di fine anno sull'S&P 500 da 6.600 a 5.900 punti. Si tratta del più basso target price tra le banche a Wall Street.