Come abbiamo visto nel primo articolo di questa serie speciale dedicata alla storia degli ETF, in Europa il lancio ufficiale dello strumento di investimento passivo per eccellenza è avvenuto nel 2000, precisamente nel mese di aprile. Ormai un quarto di secolo è quindi alle spalle e si possono tirare alcuni bilanci sommari.
Nel momento in cui i mercati stavano per crollare sotto i colpi dello scoppio della bolla dot.com, Merrill Lynch quotò sulla borsa prima tedesca, e poi su altre piazze, gli ETF aventi come indici sottostanti Euro Stoxx 50 e Stoxx Europe 50. I due ETF, al tempo costruiti in modalità di distribuzione dei dividendi e rimasti tali ancora oggi, sono ancora quotati e gestiti da iShares. Questo ci permette di scoprire come sono andate le cose da quel primo storico evento destinato a rivoluzionare l’intero mondo degli investimenti.
Storia degli ETF in Europa: differenze, caratteristiche e performance
Cominciamo subito dalle differenze tra i due ETF. Il primo naturalmente ha lo scopo di replicare l’indice Euro Stoxx 50, ovvero le 50 società a maggiore capitalizzazione della sola area Euro. Il secondo invece raggruppa al proprio interno anche paesi fuori dall’Eurozona come la Gran Bretagna e la Svizzera.
Da quel lontano 2000 l’ETF a replica passiva delle azioni della sola Eurolandia hanno realizzato una performance del 95%, mentre il cugino che comprendeva anche geografie extra Euro ha realizzato il 77% di plusvalenza. Rispettivamente del 2,8% e del 2,4% il rendimento annuo composto dei due ETF.
Evidentemente non un’epoca felicissima l’ultimo quarto di secolo per gli investimenti nelle azioni europee se confrontati con i risultati ottenuti dall’azionario mondiale. Nel nostro viaggio scopriremo che solo qualche anno più tardi arriveranno sul mercato gli ETF che investono nelle azioni globali, ma utilizzando un banale indice Msci World possiamo già comprendere che negli ultimi 24 anni il ritorno percentuale annuo ha sfiorato, in euro, quasi il 5% annuo. La crescita complessiva è stata superiore al 210% annuo.
Tornando ai due ETF non si può dire che la storia non sia stata di successo e le masse in gestione lo spiegano molto bene. La replica dell’Euro Stoxx 50 ha masse amministrate oggi che sfiorano i 4 miliardi di euro, mentre più indietro è rimasto lo Stoxx Europe 50 comunque con oltre 600 milioni di euro di masse.
Oltre alle differenze geografiche, nella versione “Europe” Francia e UK si prendono complessivamente il 45% del portafoglio seguite dalla Svizzera con il 18%; nell’Euro Stoxx 50 la Francia sale al 38% seguita dalla Germania al 25%.
Ma le differenze sono anche di composizione settoriale dei due ETF. Quattro settori come consumi discrezionali, finanza, tecnologia e industriali dominano l’indice Euro Stoxx 50. Nella versione Europe sono invece i farmaceutici a prendersi il primo gradino simbolico del podio seguiti da beni di consumo e finanziari.
Questa la storia dei primi due ETF quotati in Europa nel 2000 che, come vedremo nella prossima puntata, sono stati seguiti dopo pochi mesi da un’infornata di altri prodotti a replica passiva su geografie differenti. Scopriremo insieme il destino che ha accompagnato i primi esemplari di una specie finanziaria che oggi ha raggiunto numeri al tempo del lancio impensabili.
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